John HAMMOND
Un equipaggio spaziale atterra su un pianeta misterioso dove le loro paure più profonde prendono vita.
Prodotto da Roger Corman, questo film offre un’esperienza horror-fantascientifica intensa con effetti speciali creativi e un’atmosfera inquietante.
LO SPAZIO È INQUIETANTE, MA I TUOI INCUBI LO SONO DI PIÙ
Un equipaggio viene inviato in missione di salvataggio su un pianeta desolato, infestato da strane energie, geometrie inquietanti e orrori che sembrano usciti dal reparto peggiorato della tua psiche. Questo è Galaxy of Terror, e se non lo conosci, sappi che è l’incubo spaziale che Alien avrebbe avuto dopo una notte a base di LSD e Roger Corman.
Siamo nel 1981, ma qui si respira un’atmosfera da Lovecraft nello spazio. Budget ridicolo? Certo. Attori da catalogo? In parte. Ma idee? Tante. Coraggio? Ancora di più. E come se non bastasse: un giovanissimo James Cameron lavorava dietro le quinte agli effetti e alla scenografia. Sì, quel Cameron.
CIÒ CHE TEMI TI UCCIDERÀ
Il plot è semplice: l’equipaggio dell’astronave Quest atterra su un pianeta misterioso per capire che fine ha fatto una spedizione precedente. Spoiler: sono tutti morti male. Il bello? Gli orrori non arrivano dall’esterno, ma da dentro. Il pianeta infatti materializza le paure più profonde di ciascun membro. E fidati, le loro paure sono… creative.
Abbiamo corpi che esplodono, cervelli che si liquefanno, e una scena (famosa/infame) con un grosso verme e una ragazza… diciamo che è rimasta molto impressa nella memoria di chi l’ha vista. Una miscela perfetta tra horror psicologico e viscerale, senza mai lasciare lo spettatore rilassato nemmeno per un secondo.
TRUCCI, GOMMA E TRIPOSFERE INFIAMMABILI
Gli effetti speciali? Splendidi nella loro artigianalità. Lattice, fumo, luci rosse, modellini — il tutto al servizio di un’estetica sporca, marcia, un po’ Metal Hurlant, un po’ delirio messicano post-industriale. Il film sembra sudare ansia anche quando nessuno muore (che è raro).
Il cast è un mix di volti da soap, soldatacci da space opera e… Sid Haig, che potrebbe rendere inquietante anche una teiera. Bonus nerd: c’è pure Robert Englund, il futuro Freddy Krueger, che qui ha ancora una faccia normale.
Non è un film perfetto. È più che perfetto per chi cerca l’imperfetto. È uno di quei titoli che trovi per caso su una VHS logora, e che ti lascia il sospetto che la pellicola stessa sia stata maledetta. Se ami il cinema che osa, che spaventa, che fa grattare la testa (e la pelle)… beh, benvenuto nel culto.
Lo spazio è freddo. Ma Galaxy of Terror è un inferno rovente in technicolor appiccicoso.