John HAMMOND

Dopo un’apocalisse nucleare, due giovani cresciuti in un bunker emergono nel mondo esterno, armati solo della loro conoscenza dei romanzi noir degli anni 40.

Un’avventura surreale che mescola elementi di fantascienza, commedia e detective story in un’ambientazione post-apocalittica unica.

PHILIP MARLOWE INCONTRA I MUTANTI E BALLANO SUL FUNGO ATOMICO

Nel futuro devastato da un olocausto nucleare, l’umanità è regredita a bande tribali, clown assassini e punk con le creste più alte del PIL americano. Ma due ragazzi, cresciuti per vent’anni in un bunker con nient’altro che romanzi noir degli anni ’40, escono all’aperto vestiti come Humphrey Bogart in technicolor. I loro nomi? Philip e Marlowe, ovviamente.

Benvenuti in Radioactive Dreams, un film così fuori di testa che sembra scritto da un gruppo di sceneggiatori chiusi in un caveau con solo popcorn al plutonio e i dischi swing di Glenn Miller.

 

DETECTIVE PRIVATI, MISSILI E DANZE LAMPEGGIANTI

La trama? I due wannabe detective escono dal rifugio antiatomico per trovare i loro padri… ma finiscono in mezzo a un complotto per lanciare l’ultimo missile nucleare rimasto. Incontrano gang stile Warriors, amazzoni armate fino ai denti, nani mutanti e, ovviamente, una femme fatale con più doppigiochi che un mazzo di tarocchi truccato.

Il tono del film? Un incrocio tra Sin City, Grease e Il pianeta delle scimmie diretto da un Terry Gilliam in overdose da Skittles radioattivi. È post-apocalisse sì, ma con jazz, colori accesi e auto cromate.

EFFETTI PRATICI, MODA PAZZA, E UN SOUNDTRACK DA URLO

La regia di Albert Pyun (Cyborg, Nemesis) è pasticciata ma piena di cuore. I costumi sono un delirio di trench logori, spalline da football, occhiali da sole e brillantina, in un universo che sembra disegnato da un bambino molto creativo e molto stanco.

La vera chicca? La colonna sonora. Synth, sax, e una canzone finale che ti entra in testa e non esce più. Sì, si chiama “Radioactive Dreams”, ed è un inno post-nuke che avresti voluto suonasse nel tuo walkman mentre giravi in bici nel 1985.

Radioactive Dreams è una perla dimenticata, un esperimento folle, un’ode alla cultura pulp e all’immaginario sci-fi messo in scena con amore e follia. È uno di quei film che guardi da ragazzino e ti rimane nel cervello come un tatuaggio mentale. Non tutto funziona, ma chi se ne frega: il mondo è finito, tanto vale ballarci sopra.

Segnali di fumo jazz dalla fine del mondo. Assurdo, originale e straordinariamente radioattivo.