John HAMMOND
In un futuro post-apocalittico, le nazioni risolvono i conflitti attraverso duelli tra giganteschi robot pilotati da esseri umani. Un film che anticipa il genere mecha con effetti speciali pratici e una trama ricca di azione e intrighi politici.
“DIPLOMAZIA? NO, GIGANTESCHI PUGNI IDRAULICI!”
Benvenuti nel futuro! L’umanità ha finalmente messo da parte le guerre nucleari… per sostituirle con duelli all’ultimo bullone tra robottoni alti quanto un condominio di Mosca. Ogni nazione schiera il suo campione, un pilotone muscoloso dentro una macchina da guerra con più leve di un flipper rotto. L’obiettivo? Controllare il pianeta un match alla volta. Mossa diplomatica o idea da bambini con troppi Transformers? Sì.
Robot Jox è la risposta americana a un’intera generazione cresciuta con i cartoni giapponesi tipo Mazinga, Jeeg, Gundam, ma con quel tocco tipico da B-movie statunitense: meno introspezione e più missili nei denti.
Il nostro eroe, Achilles (interpretato da Gary Graham con la faccia da “ho firmato questo contratto a occhi chiusi”), è il robot jock di punta degli Stati Uniti. Ma quando una battaglia finisce male e il pubblico diventa molto esploso, Achilles si ritira… solo per tornare, ovviamente, per l’incontro finale contro Alexander, il pilota sovietico che sembra uscito da una palestra del KGB e si veste come Ivan Drago in modalità robotica.
In mezzo? Complotti, tradimenti, una pilota bionda geneticamente potenziata e tanto, tanto gridare davanti a schermi con luci lampeggianti.
EFFETTI SPECIALI? PIÙ MODELLINI, MENO CGI (GRAZIE AL CIELO)
Girato con un budget ridotto e tanto amore per la stop-motion, Robot Jox mostra muscoli in plastica e acciaio, scenari futuristici fatti col cartone spesso e una regia di Stuart Gordon (Re-Animator) che cerca disperatamente di prendere tutto sul serio. E in parte… ci riesce! I combattimenti tra robot sono goffi, lenti, ma affascinanti come una partita a scacchi tra escavatori. Vintage nel modo giusto.
Se pensavi che Pacific Rim fosse innovativo, Robot Jox lo ha fatto prima, con meno soldi e più cuore. È pacchiano, certo. Ma è orgogliosamente pacchiano. E alla fine, quando i due robot si affrontano tra razzi, motoseghe e insulti ideologici, capisci che stai guardando qualcosa che non dimenticherai mai.
Ruggine, propaganda e onore meccanico: un sogno da bambino armato fino ai denti.