L’egemonia strategica di Arrakis tra politica, vermi e diplomazia tagliente

Il deserto torna a respirare spezia. Dopo il rilancio cinematografico firmato Denis Villeneuve, l’universo creato da Frank Herbert vive una nuova giovinezza anche nel mondo videoludico, grazie a Dune: Spice Wars, strategico 4X in tempo reale sviluppato da Shiro Games (gli stessi dietro Northgard) e pubblicato da Funcom. Un titolo che si presenta come un’esperienza raffinata e complessa, più cerebrale che muscolare, perfetta per chi non si accontenta di conquistare, ma vuole manipolare, negoziare e dominare.

Arrakis non perdona

Chi si aspetta un semplice RTS si sbaglia. Spice Wars non è Command & Conquer con la sabbia. Il cuore del gameplay è il 4X: eXplore, eXpand, eXploit, eXterminate. Ma qui ogni azione ha un peso politico, e ogni conquista può trasformarsi in un pantano diplomatico.

Inizieremo scegliendo una delle sei fazioni principali, ognuna con abilità peculiari:

  • Atreides: diplomazia, stabilità e prestigio.
  • Harkonnen: dominio tramite paura e potenza militare.
  • Fremen: padronanza del deserto e resistenza.
  • Corrino: potere imperiale e controllo sulle tasse.
  • Ecaz: arte, prestigio e spionaggio culturale.
  • Smugglers: economia nera, infiltrazione e sabotaggio.

A queste si aggiunge la scelta di due consiglieri per ciascuna fazione, personaggi storici della saga (come Stilgar o Rabban) che influenzano lo sviluppo economico, militare e amministrativo della nostra fazione.

La guerra delle sabbie è anche diplomatica

Se la raccolta della spezia (fondamentale per pagare la tassa imperiale) e la gestione militare costituiscono la base del gameplay, è la dimensione politica a elevare Spice Wars. Ogni mese di gioco si apre con un’assemblea del Landsraad, dove i leader votano su leggi imperiali, da imposizioni commerciali a bonus per il reclutamento.

Manipolare il voto, spiare gli avversari, stringere (o tradire) alleanze… tutto diventa parte integrante di una partita dove la forza bruta conta, ma non basta. È qui che si vede l’anima “herbertiana” del gioco: la politica è la vera arma.

Gameplay: gestione lenta, ma appagante

L’interfaccia è ben progettata, il ritmo è ragionato, e le partite si costruiscono in crescendo, passo dopo passo: prima l’esplorazione con gli ornitotteri, poi la conquista dei villaggi, l’estrazione della spezia e infine l’espansione. Il tutto senza la classica costruzione di basi, ma con un sistema più vicino alla gestione di territori, risorse e infrastrutture.

La meccanica dei vermi della sabbia è spettacolare ma ancora da calibrare: avvertimenti spesso troppo brevi rendono la fuga dei raccoglitori più frustrante che sfidante.

Stile visivo e tecnica

Graficamente il titolo non brilla per fotorealismo, ma punta su uno stile illustrato e leggibile, perfettamente adatto alla complessità delle informazioni. La mappa di Arrakis è divisa in territori ben distinti, con effetti atmosferici suggestivi (vento, tempeste, sabbia che si muove sotto i piedi). Le UI sono pulite, anche se l’amministrazione interna può risultare dispersiva nelle fasi avanzate.

Dal punto di vista tecnico, anche su macchine di fascia media il gioco gira senza intoppi. La stabilità del multiplayer è buona, anche se la community è ancora in crescita.

Accesso anticipato ben gestito

Va riconosciuto a Shiro Games un lavoro di sviluppo esemplare: durante l’accesso anticipato (aprile 2022 – settembre 2023) sono state aggiunte fazioni, bilanciamenti, nuovi eventi e opzioni di gioco. Un percorso trasparente, seguito da una community appassionata che ha spinto il team verso una direzione chiara: Spice Wars non è un RTS per tutti, ma un gioco per chi ama pianificare a lungo termine.

Un futuro promettente

Con il supporto post-lancio ancora attivo e la possibilità di vedere un’integrazione con Dune: Awakening (l’MMO survival ambientato su Arrakis in sviluppo da Funcom), Spice Wars potrebbe essere il primo tassello di un’ecosistema videoludico organico all’interno dell’universo di Herbert.

Dune: Spice Wars non è un gioco esplosivo, ma una sabbia che si insinua lentamente sotto la pelle. Richiede attenzione, pazienza, strategia. Ma chi è disposto a investire il proprio tempo verrà ricompensato con un’esperienza unica: un 4X politico, immersivo e coerente con lo spirito della saga.

Pro

  • Atmosfera coerente con il lore originale
  • Diplomazia e politica ben integrate nel gameplay
  • Fazioni diversificate e profondamente asimmetriche
  • Ottima gestione dell’accesso anticipato

Contro

  • Combattimenti poco coinvolgenti
  • Amministrazione interna un po’ macchinosa
  • Intelligenza artificiale migliorabile

Consigliato a: fan di Dune, amanti dei 4X strategici, giocatori che preferiscono la mente alla forza bruta.