John HAMMOND
- L’Origine del Demone: il seme della distruzione
- Rasputin, gli Ogdru Jahad e il piano per l’Apocalisse
- Il Risveglio del Demone e la ribellione al destino
- Roger, l’Omuncolo e la famiglia alchemica del BPRD
- La Mano Destra del Destino e il rifiuto del male
- Hellboy All’Inferno: tra Satana, la corona e il libero arbitrio
- Apocalisse e Redenzione: la Tempesta, la Furiosa e l’eredità eterna
1. L’Origine del Demone: il Seme della Distruzione
Con la pelle rosso fuoco, le corna limate come occhiali da aviatore e una mano destra di pietra, Hellboy è ben più di un personaggio fumettistico: è un simbolo del fumetto indipendente moderno. Creato da Mike Mignola nel 1994 e pubblicato da Dark Horse Comics, Hellboy nasce da una combinazione affascinante di pulp, folklore, horror gotico e avventura. Il suo esordio è segnato dalla miniserie Il Seme della Distruzione, dove prende forma una delle origini più iconiche del fumetto contemporaneo.
Tutto comincia nel 1944, su un’isola al largo della Scozia, durante un’operazione alleata contro un rito nazista chiamato progetto Ragna Rok. Il mistico Grigori Rasputin, tornato in vita, cerca di evocare i distruttori del mondo, i sette Ogdru Jahad, ma qualcosa va storto. Al posto dei dragoni apocalittici, arriva un cucciolo di demone, piccolo e paffuto, con la mano destra di pietra. L’esercito americano lo trova e, non sapendo cosa farsene, lo soprannomina affettuosamente “Hellboy”.
Adottato dal Professor Trevor Bruttenholm, Hellboy cresce e diventa agente del B.P.R.D. (Bureau for Paranormal Research and Defense), un’agenzia segreta che combatte il sovrannaturale. Cinquant’anni dopo la sua comparsa, un Hellboy ormai adulto indaga sulla morte misteriosa del suo padre adottivo, Bruttenholm, in compagnia di due colleghi formidabili: Liz Sherman, pirocinetica tormentata, e Abe Sapien, essere anfibio ritrovato in una vasca con un misterioso riferimento alla data dell’assassinio di Lincoln.
L’indagine li conduce a Villa Cavendish, dove Hellboy scopre che tutto era una trappola architettata proprio da Rasputin. Il monaco, diventato tramite degli Ogdru Jahad, ha un solo obiettivo: usare Hellboy per completare il rituale e portare la fine del mondo. Ma Hellboy, fedele al suo carattere burbero e pragmatico, rifiuta il destino che gli è stato scritto. Fracassa il cranio di Rasputin e si ribella all’Apocalisse.
Ma non finisce qui. Mentre fuggono dalla villa, altrove – in una base nazista ghiacciata – qualcosa si risveglia nel ghiaccio. Tre figure, congelate dal 1944, iniziano a muoversi: Kroenen, Ilsa e Kurtz. L’ombra della guerra e del male non è ancora finita.
2. Rasputin, gli Ogdru Jahad e il piano per l’Apocalisse
Il cuore dell’universo di Hellboy pulsa intorno alla figura di Rasputin, rivisitazione fantastica del mistico russo realmente esistito. Mignola lo trasforma nel portavoce degli Ogdru Jahad, divinità cosmiche imprigionate in cristalli, pronte a tornare per annientare l’umanità. Rasputin, dopo la sua apparente sconfitta nel 1944, si ritira a nord dove trova una delle progenie dormienti degli Ogdru, Sadu Hem, e si mette in uno stato di meditazione.
Risvegliato per caso dal tocco di Bruttenholm, Rasputin riprende i suoi piani. Usa Emma Cavendish e le memorie del professore per attirare Hellboy nella villa, con l’intento di usarlo come chiave per risvegliare gli Ogdru Jahad. Hellboy, nato per aprire le porte della fine del mondo, è al centro di una profezia cosmica. Ma la sua volontà di scegliere il bene lo rende inafferrabile per chi vuole dominarlo.
Questa dinamica, il demone che rifiuta la propria natura, è una delle grandi intuizioni narrative della saga. Nonostante la pressione costante del destino, Hellboy sceglie sempre di essere un uomo, o almeno qualcosa di vicino all’umano. Un eroe per scelta, non per nascita.
3. Il Risveglio del Demone e la ribellione al destino
Nelle storie successive, Hellboy affronta la consapevolezza del proprio ruolo. Le sue origini demoniache sono sempre più centrali, specie durante lo scontro con Ecate, madre del vampiro Giurescu. Durante la missione in Romania, Ecate riesce temporaneamente a risvegliare la vera natura demoniaca di Hellboy, restituendogli le corna e ricordandogli il suo vero nome: Anung Un Rama.
Ma anche in quel momento, Hellboy si ribella. Spezza le corna, rifiuta il destino di distruttore, e continua la lotta al soprannaturale. La scelta di spezzarsi le corna è più che simbolica: è un atto fisico e spirituale con cui si sottrae ancora una volta all’influenza degli Ogdru Jahad.
Questa ribellione diventa un mantra ricorrente nel personaggio: l’idea che il destino può essere riscritto, anche se inciso a fuoco nel sangue.
4. Roger, l’Omuncolo e la famiglia alchemica del BPRD
Una delle sotto-trame più affascinanti è l’introduzione di Roger, un omuncolo nato dall’alchimia, riportato in vita accidentalmente da Liz Sherman. Roger si rivela molto più di una creatura artificiale: ha coscienza, dubbi, persino spirito di sacrificio.
Dopo uno scontro con il fratello omuncolo e un sacrificio decisivo, Roger restituisce i poteri a Liz e viene accolto come nuovo membro operativo del BPRD. Il suo rapporto con Hellboy, inizialmente diffidente, cresce fino a sfociare in un’autentica fratellanza tra esseri “anomali” ma profondamente umani.
Il team BPRD si allarga, diventando una vera famiglia disfunzionale e gotica, dove l’umanità non si misura dal sangue ma dalle scelte.
5. La Mano Destra del Destino e il rifiuto del male
Una delle componenti più misteriose di Hellboy è la sua mano destra, detta “Mano del Destino”. Si scopre che è l’unico residuo fisico del Guardiano che creò gli Ogdru Jahad e venne poi ucciso dagli altri Guardiani per il suo errore.
Quella mano, oggi, è l’unica chiave capace di rompere i sigilli che tengono imprigionati gli Ogdru Jahad. Tutti vogliono impossessarsene, ma Hellboy la protegge con la stessa determinazione con cui difende l’umanità. Perfino quando gli viene offerta una corona demoniaca, lui rifiuta, lasciando che venga custodita all’inferno.
La mano destra è il simbolo di ciò che Hellboy potrebbe diventare, ma non vuole. Una tentazione costante, a cui resiste con una forza che non ha nulla di sovrannaturale, ma tutto di morale.
6. Hellboy All’Inferno: tra Satana, la corona e il libero arbitrio
Dopo la morte in battaglia contro Nimue, Hellboy discende negli inferi. Qui scopre che Satana è già stato ucciso (forse da lui stesso) e che l’Inferno è diventato una tomba vuota. Tutti i principi e i demoni si sono ritirati di fronte al suo arrivo. Gli offrono il trono, ma Hellboy lo rifiuta ancora.
Questa lunga sezione rappresenta una vera e propria discesa agli inferi dantesca, in cui Hellboy affronta non solo nemici, ma i propri fantasmi. Le Erinni lo giudicano, i suoi parenti demoniaci lo attaccano, ma lui non si piega mai. Infine, accetta la sua eredità solo per chiuderla: con la spada del padre, uccide i mostri rimasti e spegne l’Inferno.
Hellboy ha finalmente chiuso il cerchio. Dopo aver rifiutato per tutta la vita il suo ruolo di distruttore, non lo assume nemmeno da morto. Non conquista l’inferno: lo libera.
7. Apocalisse e Redenzione: la Tempesta, la Furiosa e l’eredità eterna
Negli ultimi cicli narrativi, Mignola conclude la storia di Hellboy con un tono epico. L’Apocalisse avviene, ma non nel modo atteso. Hellboy muore, Londra cade, il mondo cambia. Ma con la morte del demone, qualcosa di nuovo può nascere.
La fine non è solo distruzione, ma rinascita. Un giglio fiorisce tra le rovine. L’Inferno si spegne, ma un nuovo albero della vita cresce. Nonostante il sangue, la guerra, le tentazioni infernali, Hellboy ha fatto la cosa giusta. Sempre.
La sua storia ci ricorda che la vera forza non è nel potere, ma nella volontà. Hellboy non salva il mondo con magie o armi, ma con una scelta: essere migliore di ciò che il destino ha previsto per lui. Un racconto gotico, mitologico, ma soprattutto umano.
Abe Sapien: il Segreto Anfibio del B.P.R.D.
In un mondo dominato da demoni, streghe e profezie apocalittiche, Abe Sapien è la presenza silenziosa, riflessiva e profondamente tragica che controbilancia la brutalità di Hellboy. Non ha corna né braccia di pietra, non alza la voce e non si impone come leader. Ma Abe è uno dei personaggi più complessi e amati del Mignolaverse proprio perché la sua storia è un enigma che si svela goccia dopo goccia.
Trovato in una vasca dell’ospedale di Washington nel 1979, immerso in liquido amniotico artificiale, portava al collo un cartello con la scritta “Icthyo Sapien – 15 aprile 1865”. Il giorno dell’assassinio di Abraham Lincoln. Da qui il suo nome. Ma chi è davvero Abe? Un esperimento? Un essere mutato? O qualcosa di ancora più antico?
Nel corso delle missioni con il Bureau for Paranormal Research and Defense (B.P.R.D.), Abe si dimostra un agente valoroso, analitico e sensibile. Nonostante l’aspetto da “mostro anfibio”, è spesso la voce della ragione. Mentre Hellboy affronta il mondo con i pugni e Liz con il fuoco, Abe ascolta, studia, indaga. È la coscienza del gruppo.
Ma il suo passato oscuro non smette mai di inseguirlo. Scopriremo che Abe potrebbe essere la reincarnazione di Langdon Everett Caul, un occultista e massone del XIX secolo coinvolto in rituali esoterici che sfuggirono al controllo umano. Questo legame con il mistero lo rende simile ad Hellboy: entrambi hanno un’origine che non hanno scelto, e con cui devono convivere.
Nel tempo, Abe si allontana dal Bureau, combatte mostri sempre più interiori, e arriva perfino a “morire”, salvo poi ritornare trasformato. Meno umano nell’aspetto, ma più consapevole di sé. È un personaggio che non esplode, ma matura. Un outsider malinconico, un sopravvissuto che incarna meglio di chiunque altro la frase non detta del Mignolaverse: la diversità è una condanna solo se gliela lasci essere.
Liz Sherman: il Fuoco che Brucia Dentro
Nel cuore incandescente del Mignolaverse, tra mostri, leggende e apocalissi sospese, Liz Sherman è la scintilla che trasforma il dolore in potere. Non è solo la pirocinetica del gruppo: Liz è la tragedia umana resa fiamma. Una donna che convive con il senso di colpa, con un potere che ha imparato a temere prima ancora di comprenderlo. Eppure, nel tempo, diventa una delle figure più forti e spiritualmente centrali dell’universo creato da Mike Mignola.
A soli undici anni, in preda a un’emozione incontrollata, Liz distrugge con un’esplosione di fuoco tutto il suo quartiere, uccidendo anche la sua famiglia. Questo trauma infantile la segna per sempre. Viene accolta dal B.P.R.D., che la aiuta a sviluppare i suoi poteri, ma ancor più a sopravvivere a se stessa. Hellboy diventa per lei un fratello maggiore, e con Abe Sapien si crea un legame fatto di rispetto silenzioso.
Liz non è una “donna con i poteri” da fumetto tradizionale. È una sopravvissuta. Una combattente che spesso si ritira dentro sé stessa, tormentata dai sensi di colpa, ma pronta a dare la vita per proteggere gli altri. Il suo potere – il fuoco – non è mai solo un’arma: è metafora pura del suo percorso interiore. Brucia tutto ciò che la circonda, ma è anche ciò che la tiene viva.
Uno dei momenti chiave della sua evoluzione avviene quando, inconsapevolmente, restituisce la vita a Roger, l’omuncolo, donandogli parte del suo potere. È un gesto che rappresenta bene la sua doppia natura: pericolosa, sì, ma anche profondamente generosa. In seguito, Liz arriverà a fondersi con una sorta di coscienza cosmica, potenziando enormemente i suoi poteri e diventando – di fatto – una bomba vivente in grado di distruggere interi eserciti.
Ma, anche al culmine della potenza, Liz resta umana. Soffre. Ama. Dubita. La sua lotta non è solo contro streghe e demoni, ma contro il terrore di diventare ciò che teme: un’arma senza controllo. Per questo la sua parabola è così toccante. Perché sotto le fiamme, c’è un cuore che vuole solo pace.
Roger l’Omuncolo: Alchimia e Umanità
In un universo dove streghe, demoni e divinità cosmiche fanno tremare la Terra, uno dei personaggi più commoventi è… un esperimento alchemico. Roger, l’omuncolo, nasce da un incantesimo antico, custodito per secoli come una reliquia. Quando Liz Sherman lo risveglia involontariamente con un’esplosione di potere, Roger comincia la sua seconda vita. Ed è molto più di un ammasso animato di carne e filamenti: è un’anima nuova in cerca di significato.
Roger inizia come una figura muta, infantile, quasi goffa. Ma si evolve rapidamente, mostrando tratti sempre più umani: compassione, responsabilità, perfino un senso dell’umorismo timido. Quando si sacrifica per proteggere gli altri, si guadagna la fiducia del B.P.R.D. e diventa a tutti gli effetti un agente operativo. Il suo ingresso ufficiale nel team non è solo un cambiamento narrativo, ma un riconoscimento simbolico: non importa da dove vieni, ma chi scegli di essere.
Tra i momenti più significativi, c’è il suo intervento durante lo scontro con il Verme Conquistatore: assorbendo l’energia del castello nazista e canalizzandola in un parafulmine, salva Hellboy e dimostra, ancora una volta, di essere molto più di un costrutto. La sua relazione con Liz e Hellboy è fatta di sguardi e silenzi. È un personaggio che comunica più con l’essere che con il dire.
Roger rappresenta la classicità del mito del “mostro con un’anima”: da Frankenstein a Edward Mani di Forbice, è la creatura che sogna di essere accettata. E in un mondo di profezie e apocalissi, è anche lui, l’omuncolo, a ricordarci che ogni essere può scegliere il bene. Anche se creato in laboratorio.
Baba Yaga: Regina delle Ombre e Vendetta Eterna
Non esiste nel Mignolaverse una figura più inquietante e mitologica di Baba Yaga. Ispirata al folklore russo, Mignola ne fa una delle entità più antiche e spietate della saga. Vive in un mondo alternativo, fatto di ombre e ossa, governato da leggi antiche e terribili. La sua casa poggia su zampe di gallina, il suo volto è sfuggente, e la sua vendetta non conosce tempo.
Baba Yaga ha un conto aperto con Hellboy dal 1964, quando lui le spara in un occhio mentre indaga su rapimenti di bambini in Russia. Da allora, la strega si ritira dal mondo terreno, ma non dimentica. Anzi: lavora incessantemente nell’ombra, tessendo patti, richiamando alleati, invocando spiriti. È lei a liberare Koschei l’Immortale, uno dei guerrieri più letali della mitologia slava, per mandarlo contro Hellboy.
Il suo potere è più sottile che distruttivo: corrompe, intrappola, manipola. È la madre di tutte le streghe, la burattinaia dietro le quinte, il volto del tempo che si rifiuta di morire. Anche quando propone un patto, non è mai per aiutare: è per reclamare un occhio, un’anima, un pezzo di carne. Eppure, c’è una tristezza nascosta in Baba Yaga. Una malinconia legata al fatto che, finché la Russia esiste, lei è costretta a esistere. Non può sparire. Non può trovare pace.
È una divinità decadente, tragica, e per questo ancora più pericolosa. Perché chi non ha più niente da perdere… diventa capace di tutto.
Gruagach e la Regina delle Streghe: La Vendetta del Piccolo
Se c’è un personaggio che incarna la frase “non sottovalutare mai i piccoli”, è Gruagach. Creatura fatata, un tempo ridicola, che Hellboy umilia pubblicamente in un’occasione apparentemente banale. Ma quell’umiliazione brucia per sempre. Da quel momento, Gruagach vive solo per vendicarsi. E la sua vendetta prende la forma della resurrezione di Nimue, la Regina delle Streghe.
Gruagach è tragico e grottesco: troppo debole per combattere da solo, troppo orgoglioso per arrendersi. Si aggrappa all’unica cosa che può restituirgli onore: riportare in vita una forza distruttiva. E ci riesce. Nimue non è solo una strega potente: è la madre della guerra, l’erede della follia cosmica, contaminata dall’influenza degli Ogdru Jahad. Quando torna, il mondo cambia.
Gruagach però non è pronto per ciò che ha scatenato. Nimue non lo ascolta, lo usa, lo lascia da parte. La tragedia di Gruagach è quella dell’uomo (o creatura) che, accecato dalla rabbia, diventa servo di qualcosa che non comprende. E quando finalmente realizza l’errore, è troppo tardi. Il male è stato liberato.
Rasputin e gli Ogdru Jahad: La Religione del Caos
Rasputin non è semplicemente un villain. È il profeta del caos. Mignola lo prende dalla storia reale, lo fonde con il mito, e lo rilancia come medium tra l’umanità e le entità cosmiche note come Ogdru Jahad. Sono loro la vera minaccia dell’universo: draghi primordiali, imprigionati in cristalli, pronti a divorare il creato.
Rasputin si lascia corrompere dal loro potere, pensando di poterli controllare. Ma come tutti i fanatici, è solo un pedone. La sua missione – scatenare l’Apocalisse usando Hellboy come chiave – fallisce più volte. Eppure, come un’ombra, torna sempre. A volte sotto forma di spirito, a volte nei sogni degli altri. È l’infezione della fede cieca che si propaga senza bisogno di corpo.
Il suo rapporto con Baba Yaga, con Ecate, con Astarotte… tutto ruota intorno a un’unica ossessione: aprire le porte dell’universo ai suoi “dei”. Ma l’ironia è che quei dei non gli hanno mai promesso nulla. Rasputin crede. Ma loro lo usano. Una perfetta allegoria dell’estremismo: crederti eletto, quando in realtà sei solo sacrificabile.
I Mostri dello Spazio e il Verme Conquistatore
Il Mignolaverse non si limita al folklore terrestre. C’è un respiro cosmico, che prende forma nel Verme Conquistatore: un’entità tentacolare, nata da un cadavere spedito nello spazio dai nazisti nel 1939. I nazisti, qui, non sono solo scienziati folli: sono cultisti del caos, in cerca di poteri oltre l’umano. E nel farlo, aprono le porte a forze aliene e incontrollabili.
Il Verme, una volta disceso sulla Terra, si ciba di uomini trasformati in mostri, cresce, muta, si fa incarnazione del nulla. È un’eco di Lovecraft, ma anche una metafora: l’ambizione umana di controllare l’inconoscibile. Come dice Hellboy stesso, “non potete fermare l’Apocalisse… ma potete smettere di spalancarle la porta”.
In questo scenario, perfino personaggi come Roger diventano fondamentali: è lui a sacrificarsi per fermare la bestia, dimostrando che anche i “non umani” possono essere gli ultimi baluardi contro l’estinzione.
Il Destino: tra Profezia e Ribellione
Nel cuore del Mignolaverse si agita un conflitto primordiale: quello tra ciò che sei nato per essere… e ciò che scegli di diventare. È una lotta antica quanto la letteratura, ma che Mike Mignola declina con una profondità e una coerenza rara nel mondo del fumetto. Perché qui, il destino non è una linea da seguire. È un’ombra da respingere.
Fin dalla sua prima apparizione, Hellboy è descritto come il “portatore dell’Apocalisse”. Ha la mano destra del destino – letteralmente – ed è l’unico essere in grado di liberare gli Ogdru Jahad, divinità cosmiche prigioniere da millenni. Ovunque vada, i suoi nemici cercano di convincerlo a compiere il “suo scopo”. Rasputin, Ecate, Baba Yaga, perfino alcuni spiriti dell’Inferno… tutti lo spingono verso un destino preordinato.
Ma Hellboy resiste. Ogni volta che le sue corna ricrescono (segno della sua vera natura demoniaca), lui le spezza. Ogni volta che gli offrono una corona, lui la rifiuta. Ogni volta che il mondo lo chiama “distruttore”, lui sceglie di proteggere. In questo eterno braccio di ferro con il fato, il vero eroismo di Hellboy non sta nei pugni o nella forza, ma nel rifiuto.
E non è solo. Liz Sherman, destinata a diventare una bomba atomica vivente, impara a dominare il proprio potere. Abe Sapien, sospettato di essere la reincarnazione di una figura chiave dell’Apocalisse, sceglie l’indagine e l’empatia. Anche personaggi apparentemente minori, come Roger o Johan Kraus, si muovono costantemente lungo il confine tra vocazione e scelta.
Il messaggio è chiaro: il destino può bussare, ma sei tu a decidere se aprire la porta. In un mondo dove il soprannaturale detta legge, l’unico vero atto rivoluzionario è la disobbedienza.
Ottimo! Procediamo senza indugi con il secondo articolo della serie dedicata ai temi ricorrenti nel Mignolaverse:
Libero Arbitrio: Scelte nel Buio
Se il destino è una strada tracciata, il libero arbitrio è la deviazione a cui nessuno crede, ma che cambia tutto. Nel Mignolaverse, il concetto di scelta non è solo presente: è centrale, ossessivo, martellante. Ogni personaggio si trova davanti a un bivio, e quasi mai la via più semplice è quella giusta.
Hellboy è l’esempio perfetto di questa tensione. Non solo è destinato a scatenare l’Apocalisse: è costruito per farlo. È nato da un patto infernale, ha la mano che può spezzare i sigilli cosmici, ed è il figlio prediletto di un Duca dell’Inferno. Ma Hellboy sceglie ogni giorno di essere qualcosa di diverso. Persino quando gli dicono che non potrà mai scappare dal suo scopo, lui risponde a modo suo: “Magari no. Ma provo lo stesso.”
Questa insistenza sul libero arbitrio non riguarda solo i protagonisti. Prendiamo Liz Sherman: nata con poteri fuori controllo, responsabile (da bambina) della morte della sua famiglia, avrebbe avuto tutte le giustificazioni per perdersi. E invece sceglie la disciplina, la crescita, il sacrificio. O Abe Sapien, che affronta un percorso esistenziale simile a quello di Frankenstein: creato (o reincarnato?) per uno scopo oscuro, si emancipa attraverso la coscienza, la cultura e la compassione.
E non mancano gli esempi opposti. Personaggi come Rasputin, Gruagach o Nimue si aggrappano al destino come a una droga. Vogliono che la profezia si compia, perché credono che li legittimi, che dia senso alla loro esistenza. Ma Mignola li punisce, narrativamente parlando: chi sceglie la strada già segnata finisce inevitabilmente in rovina.
In questo universo oscuro, dove le stelle parlano e gli dei sussurrano dal profondo, la scelta è il vero atto di eroismo. Non c’è luce nel Mignolaverse, solo zone d’ombra. Ma proprio lì, nel buio, le decisioni contano davvero.
Il Male: Antico, Impersonale, Inesorabile
Nel mondo di Hellboy, il male non ha sempre un volto. Spesso è un’eco, un’ombra, un sussurro nello spazio. È antico come il tempo, impersonale come una tempesta, e inesorabile come la morte. Non è il male morale, quello delle storie con i buoni da una parte e i cattivi dall’altra. È un male cosmico, mitologico, primordiale. E soprattutto: è indifferente.
Gli Ogdru Jahad ne sono l’incarnazione più pura. Non parlano. Non trattano. Non odiano. Esistono per distruggere. Sono draghi cosmici imprigionati in cristalli, entità che aspettano solo che qualcuno – magari convinto di fare il bene – li liberi. Sono la rappresentazione perfetta del male come entropia: ciò che esiste solo per consumare.
Poi c’è il male “umano”, o meglio, quello che nasce dal desiderio di controllo, potere, immortalità. Rasputin, ad esempio, non è cattivo in senso classico: è un fanatico. Crede di essere un eletto, di avere accesso a verità superiori. È il sacerdote del disastro, convinto che liberare gli Ogdru Jahad sia un passaggio necessario per l’evoluzione dell’universo. Ma è solo un burattino del caos.
Baba Yaga, Ecate, Nimue, Herman von Klempt… tutti rappresentano sfaccettature di un male che non è banale. Non è “ti faccio del male perché mi piace”. È malvagità per logica distorta, per ossessione, per disperazione. Spesso il male nel Mignolaverse si manifesta come conseguenza di desideri, come nel classico racconto della “Zampa di Scimmia”: ottieni ciò che vuoi, ma paghi sempre il prezzo più alto.
Ma attenzione: nonostante tutto questo, il bene non è assente. È solo più silenzioso. Più stanco. Il bene qui non è il cavaliere scintillante, ma il demone che rifiuta il trono, la donna che impara a dominare il fuoco, il mostro che si sacrifica per salvare un altro mostro. E questo contrasto rende ogni battaglia più densa. Perché nel Mignolaverse, il male è potente. Ma il bene è testardo.
Famiglia e Appartenenza: Legami Oltre il Sangue
Nel cuore oscuro del Mignolaverse, tra apocalissi, mostri e destini scritti nel fuoco, c’è un tema sorprendentemente umano che pulsa con forza: la famiglia. Non quella biologica, ma quella trovata, costruita giorno per giorno tra chi condivide il peso dell’essere “diverso”.
Hellboy è, di fatto, un orfano. Evocato da Rasputin per scatenare l’Apocalisse, viene adottato da Trevor Bruttenholm, scienziato e uomo di fede, che lo cresce come un figlio. La loro relazione è il primo esempio di un legame familiare non naturale ma fortissimo, che definisce Hellboy molto più del suo sangue infernale. Bruttenholm non cerca di “normalizzarlo”, ma di guidarlo. E Hellboy, burbero e testardo, gli rimarrà fedele fino alla morte.
Ma la famiglia di Hellboy si allarga. Liz Sherman e Abe Sapien diventano fratelli in armi, nel senso più profondo del termine. Non condividono DNA, ma missioni, dolori, silenzi. Combattono insieme, piangono insieme, si salvano a vicenda. Sono “mostri”, ma si amano come una vera famiglia.
E poi ci sono i rifiuti familiari. Gli spiriti infernali, le streghe, i demoni che si autoproclamano parenti di Hellboy – da Azzael a Astarotte – vogliono reclamare il legame di sangue per piegarlo. Ma Hellboy li respinge tutti. Il sangue non è sufficiente. La vera appartenenza, nel Mignolaverse, non è una questione di eredità: è una questione di scelte condivise.
Anche personaggi come Roger, Johann Kraus, o perfino Gruagach incarnano in modo diverso il tema dell’appartenenza: il bisogno di essere accettati, o l’odio derivato dall’essere esclusi. Mignola ci mostra un mondo in cui nessuno è completamente solo… ma tutti devono lottare per trovare il proprio posto. E spesso, quel posto è tra gli “altri mostri”. Insieme.
In un universo dove le profezie sussurrano la fine, la famiglia è l’unico inizio possibile.
B.P.R.D.: l’Apocalisse vista dal Fronte
Se Hellboy è il volto del Mignolaverse, B.P.R.D. è il corpo operativo, la resistenza silenziosa che combatte il paranormale mentre il mondo cade a pezzi. Concepita inizialmente come serie di supporto, B.P.R.D. si emancipa rapidamente diventando una saga parallela, autonoma e – per molti versi – ancora più cupa di quella del protagonista demoniaco.
Dopo l’uscita di scena di Hellboy, il Bureau for Paranormal Research and Defense deve affrontare l’arrivo concreto dell’Apocalisse. Non più solo mostri isolati, ma intere città sommerse da creature anfibie, catastrofi naturali, antichi dei che si risvegliano. E, soprattutto, la graduale mutazione della razza umana.
Protagonisti come Abe Sapien, Liz Sherman, Kate Corrigan, Johann Kraus (lo spirito in tuta), e nuovi personaggi come Panya (una mummia psichica egizia) e Captain Daimio, rendono il gruppo un microcosmo di resistenza e tragedia. Ognuno ha i propri fantasmi, ma tutti combattono un male che sembra non finire mai.
B.P.R.D. è la saga del crollo lento e inevitabile. Le vittorie sono minime. Le perdite, enormi. Ma è anche il racconto di cosa significa restare umani nel disastro. Quando tutto brucia, il Bureau continua a combattere. Anche solo per ritardare la fine.
Abe Sapien: Identità Liquida
Nel suo spin-off, Abe Sapien prende finalmente il centro della scena. Dopo aver scoperto di essere forse la reincarnazione di un occultista vittoriano (Langdon Everett Caul), Abe abbandona il B.P.R.D. per un viaggio solitario che lo porta in un’America devastata. La serie Abe Sapien è più intimista, filosofica, quasi esistenziale.
Non è un eroe che combatte. È un uomo-pesce in cerca di sé stesso, che osserva la disumanizzazione del mondo e si chiede cosa significhi davvero essere vivi. È come se Frankenstein avesse deciso di attraversare gli Stati Uniti post-apocalittici per capire se è giusto sopravvivere.
Nel suo viaggio, Abe incontra comunità di mutanti, culti religiosi, creature decadute. E ovunque c’è una domanda implicita: l’identità è destino? Se stai cambiando fisicamente, cambierai anche spiritualmente? Abe cambia forma – più alieno, più pesce – ma cerca disperatamente di mantenere la sua umanità. E questa tensione è il cuore pulsante del suo racconto.
La serie di Abe non dà risposte. Ma accompagna il lettore in un viaggio che è allo stesso tempo un road trip, una ricerca spirituale, e una lunga immersione nel silenzio.
Lobster Johnson: Il Fantasma Pulp della Giustizia
Se B.P.R.D. è la guerra e Abe Sapien l’introspezione, Lobster Johnson è puro pulp. È l’esaltazione stilistica del vendicatore mascherato, con tanto di guanti neri, pistole lucenti, e il suo marchio inciso a fuoco sulla fronte dei criminali. È come The Shadow, The Spirit o Doc Savage, ma con l’occhio fisso sul paranormale.
Ambientato negli anni ’30 e ’40, Lobster Johnson mescola noir, horror, nazisti, scienziati pazzi, gangster, zombie e robot giganti. È l’intrattenimento perfetto per chi ama l’estetica retro e il mistero. Ma, come sempre nel Mignolaverse, c’è anche un sottotesto malinconico.
Perché Lobster… è morto. Quello che vediamo in B.P.R.D. e nelle apparizioni sovrannaturali è il suo spirito, un’eco violenta di giustizia non compiuta. E il suo culto, che vive nei racconti e nei serial cinematografici, lo trasforma in leggenda. Una leggenda che, a volte, ritorna davvero.
Lobster Johnson è il simbolo della memoria pulp del Mignolaverse. L’eroe che continua a combattere anche da morto. Perché il male non dorme mai… e nemmeno lui.
Witchfinder: L’Occulto dell’Impero Vittoriano
Nel passato del Mignolaverse, quando Hellboy non era nemmeno un’idea e l’Inghilterra dominava il mondo, c’era Sir Edward Grey: investigatore dell’occulto per conto della Regina Vittoria. La serie Witchfinder è un tuffo nella Londra nebbiosa e gotica della fine Ottocento, dove dietro ogni scienziato pazzo e ogni medium c’è un patto col diavolo.
Sir Edward Grey è un mix tra Sherlock Holmes, Van Helsing e Abraham Lincoln: intelligente, tenace, solitario. Ma anche perseguitato da ciò che ha visto. Incontra streghe, culti pagani, vampiri, mostri marini, necromanti e spiriti. È un uomo moderno che combatte un mondo antico… e ogni vittoria gli costa un pezzo d’anima.
La serie Witchfinder espande la mitologia del Mignolaverse verso le sue radici storiche. Scopriamo come certi oggetti mistici sono stati scoperti, come i primi contatti col paranormale sono avvenuti, e soprattutto che il male non è nato nel ventesimo secolo. Esiste da sempre. Aspettava solo di essere disturbato.
Sir Edward Grey diventa, in retrospettiva, il primo soldato nell’eterna guerra contro l’invisibile. E, con il suo stile impeccabile, ci ricorda che anche l’orrore ha bisogno di investigatori con il colletto inamidato.
Luoghi Iconici del Mignolaverse
L’Inferno: la Terra dei Morti e dei Rifiuti
Nel Mignolaverse, l’Inferno non è solo un regno di fiamme e dannati. È una terra devastata, antica, silenziosa. Un luogo dove tutto ciò che è stato dimenticato finisce per confluire. Quando Hellboy muore in battaglia, discende in questo regno crepuscolare. Ma l’Inferno che incontra non è dominato dal caos… bensì dalla solitudine.
Satana è morto. I suoi figli si nascondono. I grandi signori dell’Inferno si temono a vicenda. Hellboy, paradossalmente, è la creatura più potente lì dentro. Ma rifiuta il trono che gli viene offerto. Vagando tra rovine, ricordi, e mostri decadenti, scopre verità scomode sulla propria genealogia e sulla storia delle anime perdute.
L’Inferno, nel tratto di Mignola, è più simile a una cattedrale spogliata che a un girone dantesco. Lì, Hellboy combatte non per sopravvivere, ma per chiudere un ciclo. Alla fine, spazza via le ultime entità rimaste e spegne le fiamme eterne. Perché anche l’Inferno merita di morire.
Il Castello Cavendish: dove tutto ha inizio
È tra le mura di Villa Cavendish che Il Seme della Distruzione prende vita. È lì che Hellboy affronta Rasputin per la prima volta, ed è lì che la saga si lega alla storia, alla spiritualità e all’occulto. Il castello è antico, decadente, pieno di passaggi segreti e misteri ereditati. Ma non è solo un luogo fisico: è un crocevia narrativo.
Ogni stanza, ogni quadro, ogni statua è un indizio. I Cavendish sono una famiglia che ha osato cercare la verità… e ne è stata distrutta. Emma Cavendish è la custode inconsapevole del passato, e la sua casa è il teatro della rivelazione: Hellboy è il portatore dell’Apocalisse, e Rasputin è tornato.
Il Castello Cavendish è la prima soglia dell’orrore, la porta aperta tra mondo reale e mitologia. Dopo quel luogo, nulla sarà più lo stesso.
Hyperborea e le civiltà dimenticate
Nel sottosuolo del Mignolaverse esistono rovine che precedono l’umanità. Hyperborea è la più antica: una civiltà dimenticata, che parlava con gli dei, manipolava energie proibite e ha pagato un prezzo altissimo. Le sue reliquie compaiono spesso in B.P.R.D., associate a culti, mostri e trasformazioni genetiche.
Hyperborea è anche la patria dei Vril, esseri mutati, custodi di poteri antichi, e spesso inconsapevoli portatori di distruzione. È nelle profondità di questa civiltà che le radici dell’Apocalisse moderna si innestano. Qui, scienza, magia e fede erano una cosa sola, e la loro caduta suggerisce che la conoscenza assoluta conduce sempre alla rovina.
Mignola usa Hyperborea come monito, come retroscena epico, e come strumento per legare la saga di Hellboy a una preistoria mitologica che rende il suo mondo tanto vasto quanto oscuro.
La Russia di Baba Yaga: foreste, ghiaccio e stregoneria eterna
La Russia, nel Mignolaverse, non è uno stato. È un regno spirituale fatto di nebbia, neve e maledizioni. È qui che regna Baba Yaga, la strega immortale, in una dimensione parallela fuori dal tempo, con una casa che cammina su zampe di gallina, boschi che sussurrano, e spiriti che piangono sotto la luna.
Questo paesaggio fiabesco è infestato di magia. Hellboy lo attraversa quando sfida la strega, e ne esce segnato. La Russia è memoria. È dolore congelato. È un luogo dove il male ha radici profonde e non muore mai.
È anche il cuore di una religione perduta, quella dei culti pagani, dei sacrifici e delle divinità dimenticate. Qui, perfino la geografia ha anima. E chi la attraversa… ne porta il segno per sempre.
Le Donne del Mignolaverse
Liz Sherman: Fuoco e Redenzione
Abbiamo già visto Liz Sherman come compagna d’armi di Hellboy. Ma in questa serie, la osserviamo come figura femminile centrale. Liz è potere distruttivo e ferita aperta. A undici anni ha incenerito la sua famiglia. Da quel momento, ha imparato a temere se stessa. Eppure, ha scelto di combattere. Di controllarsi. Di fare il bene.
La sua evoluzione è una delle più potenti del Mignolaverse. Non si limita a “gestire” i suoi poteri. Diventa una vera forza cosmica. In momenti cruciali – come la battaglia contro il Verme Conquistatore – è Liz a ribaltare il destino, con il suo fuoco purificatore.
Ma nonostante tutto, rimane umana. Lotta con il senso di colpa, con il timore di perdere il controllo. Liz è la madonna del fuoco moderno: santa e arma insieme. E soprattutto, sopravvive. Sempre.
Nimue: la Regina della Stregoneria e l’Apocalisse
Nimue, conosciuta anche come la Regina del Sangue, è l’antagonista perfetta. Non nasce malvagia. Era una delle streghe più potenti della Tavola Rotonda, apprendista di Merlino. Ma impazzisce dopo aver ospitato voci ultraterrene. E da lì… diventa la madre dell’Apocalisse.
Resuscitata da Gruagach, Nimue vuole dominare il mondo non con crudeltà, ma con una visione. Lei si considera dea del nuovo ordine. Una sorta di Giudice Finale. Il suo carisma è magnetico. Le altre streghe la seguono. I morti la adorano.
Ma è anche un personaggio tragico. Consumata dal potere, tradita da coloro che l’hanno amata, finisce per essere divorata dal caos stesso che ha risvegliato. In lei si fondono stregoneria, femminilità e follia. Una regina. Ma di rovine.
Baba Yaga: la Vendetta Eterna
Non servono presentazioni. Baba Yaga è la strega per eccellenza. Incarnazione della vendetta e della memoria, vive in un regno creato a sua immagine, fatto di ossa, occhi rubati e lamenti.
Nel Mignolaverse è l’ombra eterna che Hellboy non riesce mai a scrollarsi di dosso. Dopo che lui le ha sparato in un occhio, lei lo giura: “Aspetterò. Anche cento anni.” E lo fa davvero. Manda assassini, stringe patti, cova rancore.
Ma è anche un personaggio antico e triste. Stanca, solitaria, radicata a un’epoca che non esiste più. Baba Yaga è il potere che si rifiuta di morire. Non più utile, ma ancora presente. E per questo… ancora letale.
Panya: la Mummia Saggia che Ascolta il Tempo
Tra i personaggi femminili più silenziosi e affascinanti del Mignolaverse c’è Panya. Una mummia egiziana vivente, con poteri psichici, che vive in una sedia a rotelle… ma conosce il passato come nessun altro.
Panya non combatte. Non grida. Non lancia magie. Ma sa tutto. Il suo sapere, però, è ambiguo. A volte guida il B.P.R.D., altre volte resta in disparte. È la custode dei segreti. E forse, anche di qualche profezia.
È l’archetipo della nonna-oracolo, presente in molte mitologie. Ma nel mondo di Mignola, anche le nonne possono essere pericolose. Il suo sorriso enigmatico è un avvertimento. Non sottovalutare mai chi sa aspettare.
Cronologia del Mignolaverse
Preistoria e Civiltà Perdute
- Epoca ignota: Nascita degli Ogdru Jahad, divinità cosmiche imprigionate dai loro stessi creatori dopo aver generato il caos.
- Era di Hyperborea: Fioritura e crollo di un’antica civiltà magico-scientifica, patria dei Vril. I segreti perduti di questo tempo influenzeranno il futuro.
Medioevo e Magia Antica
- XII secolo circa: Nimue, la Regina del Sangue, apprendista di Merlino, viene corrotta dalle voci degli dei antichi. Diventa una minaccia cosmica, viene tradita e sigillata.
- Inghilterra antica: Le streghe iniziano a seguire Nimue come divinità dormiente. La magia viene repressa, ma sopravvive nel folklore e nell’ombra.
XIX secolo
- 1865: Morte di Abraham Lincoln. (Data simbolica legata al ritrovamento di Abe Sapien in epoca moderna.)
- Seconda metà del XIX secolo: Operazioni occulte della massoneria, esperimenti esoterici. Nasce Langdon Caul, il futuro Abe Sapien.
Prima metà del XX secolo
- 1916: Rasputin, ucciso storicamente in Russia, entra in contatto con gli Ogdru Jahad e viene “chiamato” a una missione apocalittica.
- 1930–40: I nazisti sviluppano il Progetto Ragna Rok per evocare potenze oscure. Collaborano con Rasputin, Karl Kroenen, Ilsa Haupstein, Herman von Klempt.
- 1939: I nazisti inviano un cadavere nello spazio. Tornerà come contenitore del Verme Conquistatore.
- 1944: Rituale di Rasputin per evocare gli Ogdru Jahad. Al loro posto arriva un cucciolo demoniaco: Hellboy, che compare in una chiesa sconsacrata in Scozia. Viene adottato da Trevor Bruttenholm.
Dal 1944 al 1990 – L’addestramento e le prime missioni
- 1944–1990: Hellboy cresce come umano, diventa agente operativo del B.P.R.D. insieme a Liz Sherman (pirocineta) e Abe Sapien.
- Prime missioni affrontano fenomeni paranormali e culti sopravvissuti.
Anni ‘90 – Il ritorno di Rasputin e le prime apocalissi
- Il Seme della Distruzione: Rasputin ritorna. Bruttenholm viene ucciso. Hellboy scopre la verità sulle sue origini. Rifiuta il suo destino.
- Rinascita di Sadu Hem: uno degli emissari degli Ogdru Jahad. Sconfitto grazie al potere di Liz.
Inizio 2000 – Mostri antichi e guerre sotterranee
- Scontro con Ecate: Hellboy viene trasformato, temporaneamente, nella sua forma “piena” con le corna. Rifiuta nuovamente il destino.
- Roger l’Omuncolo entra nel team dopo essersi sacrificato per Liz. Viene resuscitato e diventa membro del B.P.R.D.
- Scoperta delle rovine di Hyperborea e dei Vril.
2000–2010 – Apocalisse in marcia
- Verme Conquistatore: risveglio dell’entità spaziale inviata dai nazisti. Viene fermata da Roger.
- Il ritorno di Gruagach e la resurrezione di Nimue, che si proclama Regina dell’Apocalisse.
- Hellboy lascia il B.P.R.D. e affronta un viaggio solitario.
Hellboy all’Inferno
- Morte di Hellboy per mano di Nimue (ormai posseduta da un drago Ogdru Jahad).
- Hellboy discende all’Inferno. Scopre di essere erede legittimo del trono infernale. Rifiuta anche questo potere.
- Satana è già morto. Hellboy distrugge i rimanenti signori dell’inferno, spegne le fiamme eterne e chiude il ciclo del male.
L’Apocalisse e oltre
- B.P.R.D.: Hell on Earth / The Devil You Know: la Terra è devastata. Nuove razze mutanti emergono. Il Bureau si militarizza.
- Abe Sapien muta fisicamente e spiritualmente. Intraprende un viaggio solitario per capire la propria origine.
- Liz scatena il pieno potere e combatte sul fronte apocalittico.
- Morte e resurrezione finale di Hellboy, che diventa simbolo della rinascita: dalle sue ceneri nasce un mondo nuovo.
Post-apocalisse (meta-finale)
- L’umanità si estingue, ma qualcosa rinasce.
- Un nuovo albero della vita cresce dove Hellboy è caduto. Il ciclo si chiude. E si riapre.