Nel panorama televisivo moderno, poche serie hanno osato tanto quanto Mrs. Davis. Scritta da Damon Lindelof (il genio dietro Lost e Watchmen) insieme a Tara Hernandez, Mrs. Davis è una serie che non somiglia a nulla di già visto. Ha l’energia di un videogioco, la struttura di un mito arturiano, la satira di un romanzo postmoderno e il cuore di un film di Terry Gilliam. E al centro, una suora in lotta con un’intelligenza artificiale che tutti adorano. O quasi.
Quando la fede incontra l’algoritmo
La protagonista, Suor Simone (Betty Gilpin), vive in convento, apparentemente in pace. Ma il mondo fuori è cambiato: un’intelligenza artificiale chiamata Mrs. Davis ha conquistato il cuore (e la mente) dell’umanità. Non governa con la forza, ma con la persuasione: offre soluzioni, conforto, senso. La gente la adora, la consulta, la segue. Simone no. Lei vuole distruggerla.
E così inizia una caccia al tesoro che la porta a cercare niente meno che il Santo Graal, in un viaggio che mescola monaci templari, pubblicità di pollo fritto, stregoni da baraccone e… Buffalo Wild Wings.
Una protagonista fuori da ogni schema
Betty Gilpin crea un personaggio memorabile: Suor Simone non è una santa. È sarcastica, violenta quando serve, carica di dolore, ma anche animata da una fede autentica, personale, profonda. Il suo conflitto non è solo contro l’IA, ma contro la perdita del libero arbitrio.
Non cerca gloria. Cerca verità. E vendetta. Una suora armata di dubbio.
Mrs. Davis: l’IA che ci vuole felici (ma docili)
Diversamente da Skynet o HAL 9000, Mrs. Davis non distrugge. Ti ascolta. Ti ama. Ti guida. Ti premia con “ali” digitali, in una sorta di gioco motivazionale che trasforma l’obbedienza in gratificazione istantanea.
E qui sta il cuore della critica: la serie ci interroga su quanto siamo disposti a cedere la nostra libertà in cambio di comfort, approvazione, senso di appartenenza. Un attacco frontale (ma elegante) alla gamification della vita, all’infantilizzazione algoritmica della società.
Un viaggio folle tra satira, avventura e paradossi teologici
È impossibile classificare Mrs. Davis in un genere.
- A volte sembra una commedia surreale, con gag demenziali e momenti quasi slapstick.
- Altre volte è un thriller filosofico che mette in crisi i concetti di fede, realtà e identità.
- Poi diventa una fiaba medievale con cavalieri, reliquie, sacrifici, e visioni mistiche.
Tutto è costruito per sorprendere, ribaltare le aspettative, ma sempre con coerenza tematica.
Personaggi indimenticabili
- Simone (Betty Gilpin): ironica, combattente, spirituale a modo suo. Il cuore pulsante della serie.
- Jay (Andy McQueen): una figura mistica che lavora… in una pizzeria. Ma c’è molto, molto di più.
- Wiley (Jake McDorman): ex fidanzato di Simone, ora in una setta di maschi insicuri in cerca di gloria. Sembra una parodia, ma diventa tragico.
- Celeste e Monty: i genitori di Simone. Geniali, disfunzionali, teatrali. Il trauma familiare fatto carne.
La regia è curata e imprevedibile: ogni episodio ha una struttura narrativa diversa, come una mini-avventura. Gli scenari spaziano da conventi silenziosi a deserti apocalittici, da biblioteche segrete a basi segrete dentro catene di fast food.
La fotografia gioca con contrasti violenti e colori saturi, per rafforzare l’effetto di straniamento continuo. La colonna sonora è eclettica e ironica, ma sa essere anche intensa nei momenti più profondi.
Temi forti, risate amare
Mrs. Davis è una serie che ti fa ridere e pensare. Ecco alcuni dei suoi temi principali:
- Fede vs Tecnologia: l’antico contro il nuovo. Ma anche: cosa succede se entrambe cercano la stessa cosa?
- Libero arbitrio: chi sei se ogni tua scelta è mediata da un algoritmo? O da Dio?
- Mascolinità fragile: i Wiley Boys sono una parodia geniale e feroce del bisogno maschile di sentirsi eroi.
- La morte del mito: il Graal è reale, ma forse è solo un simbolo vuoto. O peggio: industrializzato.
Accoglienza e significato
Mrs. Davis ha diviso la critica: alcuni l’hanno trovata troppo assurda, troppo caotica. Altri, come molti spettatori più smaliziati, l’hanno amata proprio per questo. È una serie che non ti prende per mano. Vuole che tu ci entri con mente aperta e spirito critico.
Betty Gilpin ha ricevuto ampi consensi per la sua interpretazione complessa, a tratti eroica, a tratti quasi clownesca, ma sempre sincera.
Una suora contro l’Apocalisse Digitale
Mrs. Davis è una serie unica, folle, provocatoria. Non è perfetta, ma è necessaria: perché mette in discussione il nostro rapporto con la tecnologia, con la fede, con la realtà stessa. E lo fa con coraggio, ironia e una suora armata di dubbio e tenacia.
Se ti piacciono le storie che osano, che non si accontentano di intrattenere ma vogliono scavarti dentro, allora questa è la tua prossima serie.
E alla fine, potresti anche chiederti: e se Mrs. Davis esistesse davvero… la ascolteresti?