I Mother Love Bone rappresentano uno dei capitoli più importanti, e allo stesso tempo più tragici, nella storia della musica alternativa americana. Attivi per un breve ma intenso periodo tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, furono tra i precursori del movimento grunge che avrebbe rivoluzionato la scena rock mondiale. La loro storia è segnata dalla carismatica figura del cantante Andrew Wood e da un’unione musicale che avrebbe generato, dopo la fine del gruppo, alcune delle band più influenti degli anni Novanta.
I Mother Love Bone si formarono a Seattle nel 1988. La formazione era composta da:
- Andrew Wood – voce (precedentemente nei Malfunkshun)
- Stone Gossard – chitarra ritmica
- Bruce Fairweather – chitarra solista (ex-Green River)
- Jeff Ament – basso (ex-Green River)
- Greg Gilmore – batteria
La band nacque dalla fusione di due linee sonore: da un lato l’energia glam e teatrale di Wood, dall’altro le radici punk e heavy rock degli ex-Green River. Il risultato fu uno stile unico che anticipava i suoni grunge ma con un’identità ancora profondamente legata all’hard rock e al glam anni Settanta.
Contrariamente all’immagine cupa e cruda associata al grunge, i Mother Love Bone svilupparono un’estetica più colorata e teatrale. Andrew Wood, dotato di una voce potente e uno stile scenico istrionico, si ispirava a Freddie Mercury e Marc Bolan. I testi, spesso visionari e surreali, evocavano un mondo decadente e poetico, lontano dal disincanto tipico del grunge successivo.
Discografia
EP: “Shine” (1989)
Rilasciato per PolyGram, fu il primo EP della band, anticipando il suono e l’estetica del full-length successivo.
Tracklist:
- Thru Fade Away – 4:13
- Mindshaker Meltdown – 3:38
- Half Ass Monkey Boy – 3:55
- Chloe Dancer / Crown of Thorns – 8:20
- Capricorn Sister – 4:12 (bonus nella ristampa)
Il brano “Chloe Dancer / Crown of Thorns” è considerato una delle composizioni più emotive dell’intero panorama grunge, e fu successivamente celebrato in diverse colonne sonore e tributi.
“Apple” (registrato 1989, pubblicato postumo 1990)
Il primo (e unico) album dei Mother Love Bone, “Apple”, fu completato nel 1989 ma pubblicato nel luglio 1990, quattro mesi dopo la morte di Andrew Wood.
Tracklist:
- This Is Shangrila – 3:42
- Stardog Champion – 4:58
- Holy Roller – 4:28
- Bone China – 3:43
- Come Bite the Apple – 5:26
- Stargazer – 4:49
- Heartshine – 4:36
- Captain Hi-Top – 3:11
- Man of Golden Words – 3:42
- Capricorn Sister – 4:18
- Gentle Groove – 4:02
- Mr. Danny Boy – 4:00
- Crown of Thorns – 6:19
“Apple” mostra una band in piena maturazione stilistica. L’album è un viaggio tra potenza sonora, ballate emozionali e testi poetici. La voce di Wood emerge come elemento catalizzatore.
Morte di Andrew Wood e Scioglimento
Il 19 marzo 1990, Andrew Wood morì per overdose da eroina a soli 24 anni, pochi giorni prima del lancio ufficiale dell’album. La morte improvvisa e tragica del cantante segnò la fine della band. Il gruppo si sciolse senza mai promuovere l’album dal vivo.
Dalla fine dei Mother Love Bone nacquero due delle realtà più importanti del grunge:
- Temple of the Dog, creati da Chris Cornell in omaggio ad Andrew Wood, con la partecipazione di Stone Gossard, Jeff Ament, Mike McCready e Eddie Vedder.
- Pearl Jam, fondati poco dopo da Gossard e Ament, con l’ingresso di Vedder come cantante. Pearl Jam sarebbe diventata una delle band simbolo degli anni Novanta.
Il legame tra Wood e il futuro del rock alternativo è profondo e diretto: la sua influenza è presente in molti brani dei Pearl Jam e nella filosofia stessa di Temple of the Dog.
Nel 1992, la compilation omonima “Mother Love Bone” fu pubblicata da Stardog/Mercury. Include l’EP “Shine” e l’intero album “Apple”, oltre a materiale extra. Rimane la raccolta definitiva dell’opera della band.
I Mother Love Bone sono spesso descritti come una promessa infranta, ma la loro importanza storica va ben oltre. Hanno gettato le basi per il suono che avrebbe dominato la scena mondiale nei primi anni Novanta. Con un solo album pubblicato postumo, hanno lasciato un’eredità culturale e musicale che sopravvive attraverso la memoria di Andrew Wood e il successo delle band nate dalle sue ceneri.