Neon Genesis Evangelion è più di una serie animata: è un’opera d’arte totale, un evento culturale, un enigma filosofico che ha riscritto le regole della narrativa anime.

L’APOCALISSE INTERIORE DELLA NARRAZIONE ANIMATA

Creata da Hideaki Anno e dallo studio Gainax nel 1995, Neon Genesis Evangelion ha rivoluzionato l’animazione giapponese e ridefinito i confini del genere mecha. Dietro la facciata di una serie robotica si cela una riflessione disturbante e potente sull’identità, la depressione, il trauma e la condizione umana. Con il suo stile visivo unico e una costruzione narrativa destrutturata, Evangelion si è imposto come un monumento pop-esistenzialista, capace di parlare a livelli diversi: culturale, psicologico, simbolico e spirituale.

La serie originale del 1995 è composta da ventisei episodi. I primi dodici presentano una struttura relativamente episodica, con lo schema mostro della settimana. Tuttavia, anche in questa fase emerge il peso psicologico dei personaggi e la tensione esistenziale che attraversa l’intera opera. Gli angeli, avversari misteriosi e devastanti, diventano specchi simbolici delle fragilità interne.

Dall’episodio tredici in poi, la serie assume un tono sempre più oscuro e introspettivo. La narrazione si concentra sul passato traumatico di Shinji, Asuka e Rei, mentre la complessità delle relazioni interpersonali sostituisce progressivamente l’azione meccanica. L’organizzazione NERV e il progetto per l’umanità rivelano una struttura mistica che fonde elementi cabalistici, cristiani e gnostici.

Gli ultimi due episodi della serie sono noti per il loro stile sperimentale. A causa di problemi di budget e scelte autoriali radicali, la conclusione avviene dentro la psiche dei personaggi, in un flusso di coscienza visivo e narrativo senza precedenti. Questo finale è stato oggetto di dibattito e ha diviso il pubblico.

Nel 1997, The End of Evangelion propone una conclusione alternativa, brutale e definitiva, che mostra l’invasione finale degli angeli, la distruzione della NERV e la dissoluzione dell’individualità nel Third Impact. Il film completa e complica la serie, fondendo apocalisse e introspezione in un delirio metafisico visivamente travolgente.

A partire dal 2007, la tetralogia Rebuild of Evangelion rinarra e reinventa la serie con nuovi strumenti tecnici e nuovi contenuti. I primi due film ricostruiscono fedelmente la trama originale, ma dal terzo in poi il racconto devia radicalmente, fino a raggiungere con Evangelion 3.0 plus 1.0 Thrice Upon a Time un finale catartico e definitivo. Qui, Anno chiude il cerchio: non solo per Shinji, ma per sé stesso e per l’intera epopea animata.

Curiosità e aneddoti

Hideaki Anno ha dichiarato più volte di aver scritto Evangelion durante un periodo di profonda depressione. Il dolore esistenziale dei personaggi riflette il suo stato d’animo, e l’intera opera può essere letta come un processo terapeutico reso pubblico e universale.

I nomi dei personaggi principali sono ispirati a militari e navi da guerra giapponesi della seconda guerra mondiale. Questo dettaglio rinforza il legame tra la tecnologia bellica e la sofferenza umana, che è uno dei temi portanti della serie.

Il simbolismo religioso, in particolare quello cristiano, non è usato con intento dogmatico ma estetico. Anno stesso ha affermato che le croci, gli angeli e l’albero della vita servivano a dare un alone di mistero esotico per il pubblico giapponese. Tuttavia, il risultato è un’opera densa di significati spirituali che vanno ben oltre l’intenzione dichiarata.

Episodi chiave

Episodio quattordici, Ce qui fut, è una riflessione metatestuale sull’intera struttura narrativa. Attraverso flashback e montaggi sperimentali, la serie cambia registro e inizia a interrogarsi su sé stessa.

Episodio sedici, Malattia mortale, segna un punto di svolta con l’inizio della decomposizione mentale di Shinji. Intrappolato all’interno di un angelo, il protagonista sperimenta una dimensione interiore simbolica, che anticipa la direzione che prenderà la serie.

Episodio diciannove, Combatti o fuggi, mostra un’escalation nella violenza dell’EVA 01, che entra in modalità berserk. Qui viene messo in discussione il controllo umano sulla tecnologia e sulla natura, con toni da body horror.

Episodio ventidue, Rivendicazioni urlate, è dedicato alla caduta psicologica di Asuka. È un episodio duro e commovente, che analizza i meccanismi dell’autodistruzione e la pressione sociale sulla performance.

The End of Evangelion rappresenta l’epilogo necessario. L’attacco alla NERV e la sequenza del Third Impact sono una rappresentazione visiva della dissoluzione dell’io e dell’ingresso in un nuovo stato dell’essere. È un film che oscilla tra l’incubo e la liberazione.

Personaggi principali e ricorrenti

Shinji Ikari è il protagonista riluttante. Timido, chiuso, angosciato, è costretto a guidare l’EVA senza comprendere appieno le conseguenze. La sua lotta non è contro gli angeli, ma contro la solitudine, la paura di essere rifiutato, la necessità di esistere.

Rei Ayanami è il simbolo della negazione dell’individualità. Clonata e programmata, rappresenta il concetto di vuoto identitario. La sua evoluzione è centrale per comprendere il messaggio della serie: dalla totale passività alla scelta consapevole del sacrificio.

Asuka Langley Soryu è il fuoco e il contrasto. Apparentemente forte e competitiva, cela un dolore profondo e un bisogno disperato di validazione. La sua decostruzione psicologica è una delle più drammatiche mai viste in un anime.

Misato Katsuragi è la figura materna alternativa, complessa e contraddittoria. Mossa dal trauma, vive in bilico tra l’istinto di protezione e l’autodistruzione. È uno dei personaggi più umani e tragici dell’intera narrazione.

Gendo Ikari, padre di Shinji e direttore della NERV, è l’antieroe silenzioso. Manipolatore e glaciale, agisce per amore ma distrugge tutto ciò che tocca. Rappresenta il fallimento della paternità e la tragedia dell’uomo che cerca di sfidare Dio.

Kaworu Nagisa è l’angelo con forma umana. La sua presenza breve ma intensa introduce una riflessione sul contatto autentico. Per Shinji, Kaworu rappresenta l’unica esperienza pura di accettazione, ma anche la perdita più devastante.

Ritsuko Akagi, scienziata della NERV, è un personaggio cardine nella struttura segreta del Progetto per il Perfezionamento dell’Uomo. Figlia della precedente scienziata responsabile del Magi System, Ritsuko rappresenta la scienza messa al servizio dell’insondabile.

Neon Genesis Evangelion non è solo una serie animata. È un trattato filosofico, un poema esistenziale, una psicoanalisi collettiva. Anno ha costruito un mondo che non chiede di essere compreso, ma vissuto. Tra trauma e redenzione, tra tecnofobia e speranza, Evangelion ci parla ancora oggi con una forza rara, obbligandoci a guardare dentro di noi. E ricordandoci, alla fine, che non esiste evasione più potente della verità.