Nato nel 1965 a Jackson, New Jersey, Steve Niles è un autore che ha fatto dell’horror il suo terreno di battaglia. Prima di diventare fumettista, ha scritto sceneggiature, romanzi e adattamenti. Ma è con i fumetti – e in particolare con 30 Days of Night – che ha scolpito il suo nome tra i maestri del brivido.
30 Days of Night (2002): la consacrazione
Disegnato da Ben Templesmith, questo fumetto è il suo capolavoro. Ambientato a Barrow, in Alaska, durante il mese in cui il sole non sorge, la serie immagina un’invasione vampirica brutale e sanguinaria. Niles qui reinventa i vampiri, rendendoli mostri assetati e inumani, ben lontani dalle versioni romantiche alla Anne Rice.
Il successo fu tale che diede vita a una lunga saga e a un film hollywoodiano del 2007 (con Josh Hartnett). Il tono sporco, disperato e violento del fumetto lo rese un punto di svolta per l’horror mainstream.
Opere principali
● Criminal Macabre
Il suo “detective dell’occulto” Cal McDonald è un ex-poliziotto tossico e sarcastico che indaga su casi soprannaturali. Serie che unisce horror e noir, con un tono cinico e darkly ironico. Un vero cult per chi ama il lato pulp dell’horror.
● Simon Dark
Pubblicato da DC Comics, è una delle sue incursioni più affascinanti nel mainstream. Simon è una sorta di “Frankenstein urbano”, protettore silenzioso di Gotham City, con un passato inquietante e frammentato.
● The October Faction
Con Damien Worm ai disegni, Niles firma una saga familiare horror tra “Addams Family” e “X-Files”. È una serie più elegante, gotica, ma sempre ancorata alle sue ossessioni: mostri, traumi, e il fascino del macabro.
● Mystery Society
Qui si diverte con il soprannaturale e l’avventura, in una chiave quasi steampunk. Una coppia glamour alla Nick e Nora Charles indaga su segreti governativi e creature paranormali. Una chicca più leggera, ma sempre nell’ambito del weird.
Stile e poetica
Niles ha una voce narrativa che ama il buio, ma non disdegna l’ironia. Le sue storie sono spesso popolate da antieroi, da outsider, da emarginati. È interessato più alla reazione umana al terrore che alla mostruosità fine a sé stessa. Il suo horror è fisico, ma anche psicologico. Scrive spesso per artisti dal tratto espressionista o sporco, come Templesmith, menti perfette per tradurre la sua visione disturbante del mondo.
Collaborazioni e influenza
Ha collaborato con Rob Zombie, ha scritto adattamenti di Lovecraft, e ha anche lavorato nel cinema indipendente. Il suo impatto sulla rinascita dell’horror fumettistico anni 2000 è enorme: senza di lui, probabilmente non avremmo la corrente di horror fumettistici moderni come Wytches, Redneck, Infidel, o The Plot.
Niles, il necromante dell’inchiostro
Steve Niles è il tipo che non ha bisogno di effetti speciali: bastano ombre, qualche urlo lontano, e un cuore che batte più forte del necessario. I suoi fumetti non cercano la moda, ma la paura pura. E quando apri uno dei suoi volumi, senti subito quella brezza gelida dietro al collo.