Psichedelia moderna con l’anima del passato

1. L’alba di una nuova psichedelia

I Black Mountain nascono a Vancouver nel 2004, fondati da Stephen McBean, già attivo nella scena underground canadese. La loro proposta è un tributo personale e visionario a una stagione perduta: quella del rock psichedelico, dello space rock, del prog e dell’hard rock anni ’70. Ma con un’anima profondamente moderna.

Con la voce magnetica di Amber Webber (presente nei primi album) e l’approccio stratificato delle composizioni, i Black Mountain sono diventati un nome di culto per chi ama le sonorità vintage rielaborate con occhio contemporaneo.

2. Album e viaggio sonoro

  • Black Mountain (2005): debutto grezzo e carico di fuzz, che richiama i Black Sabbath e gli Hawkwind. “Don’t Run Our Hearts Around” è già un manifesto.
  • In the Future (2008): un capolavoro del rock revival, mistico e potente. “Stormy High” e “Wucan” mostrano una band in piena crescita espressiva.
  • Wilderness Heart (2010): più diretto e accessibile, ma ancora permeato di oscurità psichedelica.
  • IV (2016): il disco della maturità, con suoni sintetici più presenti e una produzione raffinata.
  • Destroyer (2019): un album più elettronico e spaziale, ispirato all’estetica sci-fi degli anni ’80.

Ogni album è un viaggio cosmico in un universo sonoro che non rinnega il passato, ma lo reinterpreta con gusto personale.

3. Estetica e visioni: la modernità del vintage

I Black Mountain costruiscono la loro identità su un immaginario che fonde stoner rock, cinema sci-fi retrò, esoterismo e una certa estetica lo-fi. I concerti sono esperienze lisergiche, dove luci, riverberi e distorsioni ipnotiche creano un’atmosfera sospesa.

Non imitano, non ricreano: reinterpretano. E lo fanno con una sensibilità che li pone a metà tra nostalgia e innovazione.

4. Influenza e posizione nella scena alternativa

Sebbene non abbiano mai raggiunto la fama planetaria, i Black Mountain sono una band di riferimento nella scena underground. Hanno ispirato artisti indie, doom, kraut e psych contemporanei. Sono stati accostati a band come Dead Meadow, Sleep, Tame Impala (nei suoi momenti più oscuri), e ai Mastodon per la componente heavy-prog.

La loro attitudine totalmente libera da logiche di mercato li ha resi una band da ascoltare, ma anche da rispettare. Autentici, coerenti, ipnotici.

5. Cavalcare l’onda astrale

I Black Mountain sono una risposta lisergica all’eccesso di immediatezza del rock moderno. Sono un’ode alla lentezza, alla complessità, alla ripetizione come mantra. E in un’epoca di canzoni da 2 minuti, fanno dischi da 7 minuti a traccia, senza chiedere scusa.

Sono i figli spirituali di un tempo che non vuole morire. E finché ci sarà qualcuno che vuole viaggiare con la mente accesa, loro saranno lì, a pilotare la navicella.