Nel paesaggio multiforme della musica britannica, tra l’eco dell’hip hop e il battito fratturato della drum and bass, esiste una figura che non si è mai piegata alle mode né alle etichette: Congo Natty, noto anche come Rebel MC, Mikail Tafari, Conquering Lion. Un nome, mille incarnazioni. Un artista che ha fatto del ritmo non solo uno strumento espressivo, ma un linguaggio spirituale e politico.
Nato Michael Alec Anthony West il 27 agosto 1964 a Tottenham, Londra, Congo Natty è stato un pioniere della cultura rave, ma anche un rivoluzionario consapevole. Ha vissuto la metamorfosi musicale dagli anni ’80 ad oggi con una coerenza interiore rara: dal pop-rap commerciale alle profondità rituali del jungle, senza mai smarrire l’identità.
Da Rebel MC a profeta della giungla
La sua carriera inizia nei tardi anni ’80, con il progetto Double Trouble, grazie al quale raggiunge il successo con hit come Just Keep Rockin’ e Street Tuff. Erano brani ibridi, sospesi tra rap, dancehall e acid house: la base perfetta per l’evoluzione futura.
Ma è nei primi anni ’90 che la trasformazione avviene. Michael diventa Rebel MC, un nome già programmatico, e da lì Congo Natty, il moniker definitivo. In questo passaggio non c’è solo una mutazione artistica: c’è una rinascita spirituale, il risveglio rastafariano, l’urgenza di trasformare la musica in messaggio. Le sue radici afro-caraibiche, l’eredità culturale del reggae e la consapevolezza politica si fondono in un nuovo genere ribelle: il jungle.
Congo Natty lo definisce “roots reggae per la generazione digitale”: breakbeat impazziti, bassi profondissimi, campionamenti roots, prediche rastafari, atmosfere rituali, groove sciamanico. È musica per ballare, certo, ma anche per svegliarsi. Per connettersi. Per ricordare.
Discografia essenziale: tra ribellione e rinascita
- Rebel Music (1990): ancora legato all’hip hop e alla dancehall, ma con segnali evidenti di cambiamento.
- Black Meaning Good (1991): l’inizio della transizione. Il titolo è già una dichiarazione antirazzista. I beat si fanno più sporchi, più grezzi.
- Word, Sound and Power (1992): jungle allo stato nascente, spiritualità e ritmica in perfetto equilibrio.
- Jungle Revolution (2013): un manifesto politico e musicale. Uscito per Big Dada/Ninja Tune, è un disco militante, mistico e incalzante. Collaborano icone come Adrian Sherwood, Benny Page, Nanci & Phoebe.
- Ancestorz [Rootz of Jungle] (2022): l’opera più recente, in cui Congo Natty celebra le sue radici africane, rastafari e caraibiche. Un lavoro rituale, pieno di groove, storia e spirito.
Collaborazioni: una rete spirituale
La musica di Congo Natty è collettiva per natura. Ha lavorato con numerosi artisti della scena UK, spesso fungendo da ponte tra generazioni, generi e background.
Tra le collaborazioni più significative troviamo:
- Adrian Sherwood, leggendario produttore dub, che ha contribuito a rafforzare l’anima roots e sperimentale di Jungle Revolution.
- Tenor Fly, scomparso nel 2016, una voce storica del ragga-jungle che Congo Natty considerava un fratello musicale.
- Nanci & Phoebe, sorelle-vocalist che hanno portato melodia, soul e messaggi femminili potenti nei suoi lavori più recenti.
- Chopstick Dubplate, crew di produttori che condividono con lui la passione per la fusione tra reggae e bass music.
- Serial Killaz, Benny Page, Top Cat, General Levy: tutta la crème della scena jungle/dnb britannica è passata dal microfono o dalla consolle di Mikail Tafari.
Congo Natty è un aggregatore naturale, una guida musicale che mette in contatto la vibrazione della strada con la coscienza spirituale.
Curiosità e lato umano: chi è Mikail Tafari
- Dopo il successo iniziale, ha vissuto una lunga crisi esistenziale, legata all’identità, alla fama e alla violenza del sistema musicale mainstream. Ne è uscito attraverso l’abbraccio del rastafarianesimo, cambiando legalmente il suo nome in Mikail Tafari.
- È vegetariano, predica il rispetto per la natura, il corpo e le vibrazioni pure.
- Ha vissuto per un periodo in ritiro spirituale, lontano dalla scena, prima di tornare con nuova energia e messaggi più chiari.
- È noto per i suoi live trasformativi, che iniziano spesso con preghiere, invocazioni e riferimenti a Jah, creando un’atmosfera che è tanto rave quanto rituale.
- È padre e spesso parla del ruolo dell’educazione e della coscienza nella nuova generazione, per costruire una rivoluzione pacifica.
Un sistema di suono, spirito e verità
Congo Natty non è semplicemente un pioniere del jungle. È un missionario del suono, un artivista che ha fuso spiritualità, identità nera e musica elettronica in una forma unica. Dove altri si sono persi nell’industria, lui ha scelto il sentiero più difficile: restare autentico, profondo e devoto a un messaggio.
In un mondo musicale spesso privo di radici, Congo Natty ci ricorda che le nostre vene hanno ritmo, ma anche memoria. E che la vera rivoluzione, quella che parte dal basso e risuona in tutto il corpo, ha sempre il suono di una giungla.