Quando nel 1991 uscì Sid Meier’s Civilization, pochi potevano immaginare che stava per nascere una delle saghe più longeve e influenti nella storia dei videogiochi. Creato da Sid Meier e Bruce Shelley per MicroProse, Civilization era un esperimento audace: un gioco a turni, con grafica minimalista, basato sulla storia umana dalla preistoria alla corsa nello spazio. Un rischio? Forse. Ma fu subito chiaro che quella formula aveva qualcosa di magico.
Il motto del gioco, “Just one more turn”, è diventato leggenda. Perché Civilization non è solo un titolo strategico: è una droga intellettuale, un simulatore di potere, un test di visione a lungo termine, dove ogni scelta conta, e ogni mossa è un passo nella storia.
Le fondamenta: costruire un impero dalla pietra alla Silicon Valley
Nel cuore del gameplay c’è un’idea semplice e potente: parti con una singola città nel 4000 a.C. e cerca di diventare la civiltà dominante del pianeta. Puoi vincere con la forza militare, con la diplomazia, con l’espansione culturale o scientifica. Ogni scelta ha conseguenze a lungo termine. Ogni leader, ogni epoca, ogni tecnologia è un mattoncino verso il futuro.
La forza della serie è stata la combinazione di elementi storici, gestionali e strategici. Le meccaniche di gioco si sono evolute, ma la struttura rimane familiare: esplorare, espandere, sfruttare, estirpare (i famosi “4X”). Costruire un impero non è mai stato così affascinante.
Capitoli e rivoluzioni: una saga in evoluzione
Civilization I (1991)
Il capostipite. Semplice ma geniale. Ha introdotto concetti base ancora presenti oggi: diplomazia rudimentale, espansione a esagoni (poi quadrati), alberi tecnologici e condizioni multiple di vittoria.
Civilization II (1996)
Grafica migliorata, profondità aumentata, interfaccia più chiara. Le unità sono animate, i governi più complessi, la longevità infinita. Molti lo considerano il vero inizio del culto.
Civilization III (2001)
Introduce la corruzione, la cultura come strumento d’influenza, le risorse strategiche. Raffina ogni aspetto e prepara il terreno per la svolta successiva.
Civilization IV (2005)
L’ingresso nel 3D. Colonna sonora epica (vinse un Grammy), interfaccia rinnovata, sistema religioso dinamico e grandi personaggi storici. È qui che nasce il Civ moderno.
Civilization V (2010)
Rivoluzione totale: mappa a esagoni, una sola unità per casella (che cambia il modo di fare guerra), city-states e un sistema diplomatico molto più profondo. Uno dei titoli più amati e giocati.
Civilization VI (2016)
Città che si espandono su più caselle, distretti, agende dei leader storici personalizzate, estetica colorata ma accessibile. È il Civ più completo e stratificato finora, con una quantità di contenuti quasi travolgente.
Espansioni, modding, e l’effetto domino
Ogni Civ ha generato espansioni memorabili: da Rise and Fall a Gathering Storm, da Gods & Kings a Beyond the Sword. In più, la community dei modder ha sempre avuto un ruolo chiave nel tenere vivo l’interesse: nuove civiltà, scenari storici, bilanciamenti, overhaul completi. Civilization è diventato piattaforma oltre che gioco.
Ha ispirato centinaia di titoli – da Endless Legend a Humankind – e ha influenzato persino giochi di carte e da tavolo. Ma nessuno ha mai eguagliato l’equilibrio perfetto tra complessità e accessibilità.
Il lato umano: Sid Meier, l’uomo dietro l’Impero
Sid Meier, canadese naturalizzato statunitense, è stato spesso descritto come il Mozart dei videogiochi: prolifico, elegante, con un talento innato per il design. La sua filosofia è sempre stata chiara: il giocatore deve sempre sentirsi geniale.
Anche se oggi ha un ruolo più simbolico, Meier ha lasciato un segno indelebile. La sua autobiografia, Sid Meier’s Memoir!, è una lettura fondamentale per capire l’approccio umano e filosofico al game design.
Civilization è storia giocata
Civilization non è solo un gioco. È un’enciclopedia interattiva, un saggio sull’umanità, una palestra di pensiero critico. Giocandolo, impari. Sbagli. Torni indietro. Riparti. Impari di nuovo.
Ha ispirato docenti, storici, appassionati, e ha mostrato che la storia è viva solo se ci mettiamo dentro.
In un’epoca di giochi rapidi e contenuti effimeri, Civilization rimane un’ode alla complessità e alla pazienza, all’arte della costruzione lenta, del compromesso, della scelta pesata.
E sì, ogni volta finisce sempre allo stesso modo:
“Solo un altro turno…”
Ma poi, improvvisamente, sono le tre del mattino. E hai appena inventato la stampa.
SPIN-OFF
1. Sid Meier’s Colonization (1994 & 2008)
Un vero classico del gioco strategico, il primo Colonization fu il primo spin-off ufficiale della saga. Non un semplice reskin, ma un gioco autonomo e profondo, ambientato durante la colonizzazione europea delle Americhe (1492–1800).
In Colonization il giocatore guida una delle potenze europee (Spagna, Inghilterra, Francia, Olanda) alla conquista del Nuovo Mondo, fondando colonie, commerciando con l’Europa, trattando (o combattendo) con le popolazioni indigene e, infine, lottando per l’indipendenza.
Le meccaniche erano diverse da Civ: l’economia era basata sulle risorse trasformabili e sul lavoro specializzato dei coloni.
-Sid Meier’s Civilization IV: Colonization (2008)
Remake del titolo originale, ma su motore Civ IV. Miglior grafica, nuove meccaniche, ma spirito immutato. Accolto bene, anche se meno rivoluzionario dell’originale.
2. Sid Meier’s Alpha Centauri (1999)
Per molti, lo spin-off per eccellenza. Non a caso, Alpha Centauri è spesso considerato Civilization nello spazio… ma anche molto di più.
Sviluppato da Brian Reynolds e Sid Meier dopo aver lasciato MicroProse, il gioco prende il via dalla vittoria scientifica di Civ: la colonia terrestre su Alpha Centauri. Da lì si sviluppa una nuova corsa alla sopravvivenza tra fazioni ideologiche (gaiani, capitalisti, tecnocrati, militaristi ecc.), ognuna con una propria visione del futuro.
Era più oscuro, più filosofico, più narrativo. Introdusse concetti come terraformazione, morale, genetica, intelligenze artificiali, religione tecnologica.
Un capolavoro assoluto, ancora oggi amatissimo e influente.
3. Civilization: Call to Power (1999)
Non ufficiale, ma importante. Sviluppato da Activision, Call to Power fu un tentativo di cavalcare il successo di Civ II (il nome “Civilization” all’epoca era una licenza, non un’esclusiva Firaxis).
Il gioco portava l’idea di Civilization fino all’anno 3000 e oltre, includendo sottomondi, tecnologie utopiche, satelliti spaziali e società post-umane. Aveva anche concetti radicali come la soppressione della corruzione tramite “reti di sorveglianza”.
Era innovativo ma sbilanciato, con un’interfaccia poco raffinata. Eppure ha lasciato il segno. Call to Power II (2000) provò a migliorare le cose, con risultati discreti.
4. Civilization Revolution (2008, 2010, 2014)
Pensato per console (Xbox 360, PS3, DS, iOS), Revolution è la versione “pop” di Civilization: snellita, più rapida, con una grafica cartoon, ideale per partite brevi.
Dietro la semplificazione, però, c’è ancora il cuore strategico del franchise.
La formula funzionò bene. Revolution 2 uscì per mobile e tablet, con una buona ricezione soprattutto su iPad. Ideale per chi vuole Civilization on the go, anche se privo della profondità dei titoli principali.
5. Civilization: Beyond Earth (2014)
Presentato come “il successore spirituale di Alpha Centauri”, fu invece accolto con molte critiche. Beyond Earth cercava di portare la formula Civ V in uno scenario futuristico simile a Alpha Centauri, ma risultò troppo meccanico, poco ispirato, e privo di vera atmosfera.
Nonostante le buone idee (affinità ideologiche, esplorazione aliena, nuove condizioni di vittoria), mancava l’anima narrativa e filosofica che aveva reso AC un capolavoro. L’espansione Rising Tide migliorò molto il gameplay, ma non salvò del tutto la reputazione del titolo.
6. Altri esperimenti minori e derivati
- Civilization EDU (2017): versione didattica di Civ V, realizzata in collaborazione con GlassLab. Pensata per l’uso scolastico, con strumenti per insegnanti e focus educativo.
- Civilization: The Board Game: più edizioni nel tempo, la più nota è quella del 2010, ispirata a Civ IV. Un solido 4X da tavolo.
- Civilization: A New Dawn (2017): gioco da tavolo moderno con meccaniche snelle, adatto anche ai neofiti.
- Civilization Network (annunciato per Facebook, mai pubblicato): progetto cancellato.
Lo spirito di Civ, oltre Civ
La forza di Sid Meier’s Civilization è la sua capacità di generare mondi alternativi, fuori dallo schema storico. Gli spin-off hanno esplorato futuri ipotetici, crisi morali, esplorazioni stellari e sogni di libertà. Alcuni sono pietre miliari (Alpha Centauri), altri occasioni mancate (Beyond Earth), altri ancora strumenti didattici o compagni da viaggio.
Ma tutti condividono l’ambizione di Civ: quella di raccontare la storia dell’umanità – passata, presente o futura – attraverso la lente delle scelte, del tempo, del conflitto e della visione.
Perché, in fondo, ovunque si trovi, una civiltà ha sempre bisogno di essere guidata.
E tu, caro lettore… sei pronto a iniziare un altro turno?
Civilization VII – La Storia riscritta, un turno alla volta
Dopo quasi un decennio di attesa, Sid Meier’s Civilization VII è finalmente arrivato. Uscito l’11 febbraio 2025, il nuovo capitolo della celebre saga strategica a turni si presenta come una vera evoluzione, più che una semplice continuazione. Firaxis Games, in collaborazione con 2K, ha scelto di rinnovare la formula classica senza snaturarla, introducendo meccaniche narrative, flessibilità storica e un’impostazione più cinematografica e modulare. Il risultato? Un Civilization che guarda al futuro, senza dimenticare le sue radici.
Tre Ere, una campagna dinamica
La prima grande novità di Civilization VII è la suddivisione della campagna in tre grandi Ere: Antichità, Esplorazione e Moderna. Ogni Era introduce sfide, meccaniche e scenari diversi, culminando in crisi globali che mettono alla prova la leadership del giocatore.
Non si tratta solo di avanzare tecnologicamente, ma di affrontare eventi epocali che riflettono i momenti di svolta della storia umana. L’effetto è una narrazione più fluida e modulare, con ritmo e varietà mai visti prima nella saga.
Leader e civiltà: abbinamenti liberi e trasformazioni storiche
Una delle innovazioni più discusse è la possibilità di combinare liberamente leader e civiltà. In Civ VII, non sei più vincolato al binomio classico: puoi guidare Napoleone alla testa degli Zulu, o Ramses come capo della Cina.
Ma non finisce qui: tra un’Era e l’altra è possibile cambiare civiltà mantenendo i territori, riflettendo così i passaggi e le fusioni che hanno definito l’evoluzione degli imperi nel tempo. Un’idea audace, che apre a scenari storici alternativi e nuove strategie di gioco.
Rappresentazioni culturali autentiche
Firaxis ha dimostrato un impegno tangibile verso la rappresentazione accurata e rispettosa delle culture presenti nel gioco. Ne è un esempio l’inclusione del leader Tecumseh, capo Shawnee, per il quale lo studio ha collaborato direttamente con membri della sua comunità.
La voce del personaggio è affidata a Dean Dillon, attore di origini Shawnee, e parte dei proventi vengono destinati a programmi di rivitalizzazione linguistica. È un passo importante verso una narrazione storica più inclusiva e autentica, in grado di restituire dignità anche ai popoli troppo spesso marginalizzati nella storia.
Musica e immersione: il ritorno di Christopher Tin
Sul fronte sonoro, Civilization VII segna il grande ritorno di Christopher Tin, già autore dei celebri “Baba Yetu” e “Sogno di Volare”. Il nuovo tema, intitolato Live Gloriously, è un inno epico e spirituale, eseguito da ensemble internazionali come la FILMharmonic Orchestra di Praga e il Southern Pine Drum Group.
Come sempre nella saga, la colonna sonora accompagna lo sviluppo della tua civiltà, mutando stile e strumenti a seconda dell’Era e delle scelte culturali, per un’immersione davvero totale.
La realtà virtuale fa il suo ingresso
Una delle sorprese più interessanti è la modalità VR, in arrivo nella primavera 2025 su Meta Quest 3 e 3S. Sviluppata da PlaySide Studios con il supporto di Firaxis, la versione virtuale di Civ VII promette di offrire un’esperienza strategica immersiva, con mappe navigabili in tre dimensioni, interazioni tattili con le unità e una nuova interfaccia gestuale.
È un esperimento che potrebbe aprire un nuovo capitolo nell’interazione con i giochi a turni.
Prime impressioni: un’evoluzione vera
Al lancio, Civilization VII ha ricevuto recensioni generalmente positive, soprattutto per la struttura innovativa della campagna e la libertà creativa nelle combinazioni tra leader e civiltà.
Alcune critiche hanno riguardato l’interfaccia utente, considerata inizialmente confusa da una parte della community, e una certa semplificazione in alcune meccaniche di gestione interna. Tuttavia, Firaxis ha già rilasciato la patch 1.0.1, che ha migliorato l’ergonomia e bilanciato diverse civiltà.
Un nuovo aggiornamento, la versione 1.1.0, è atteso per il 4 marzo 2025, con il ritorno del cross-play tra PC e console e ulteriori affinamenti richiesti dai giocatori.
Civ non smette mai di evolversi
Sid Meier’s Civilization VII non rivoluziona per il gusto di stupire. Lo fa con coerenza, visione e rispetto per una tradizione lunga più di trent’anni. È un gioco che riesce a essere profondo, accessibile, narrativo e strategico allo stesso tempo, rinnovando la sua formula con scelte audaci ma intelligenti.
Il futuro della saga è più che mai aperto. Con ogni turno, ci avviciniamo a una nuova forma di raccontare la storia.
E ancora una volta, ci ritroviamo a dirlo: “Solo un altro turno…”