John HAMMOND

THE EVIL DEAD (LA CASA) – Cronache del Male eterno

La Casa (The Evil Dead, 1981)
Il capolavoro horror di Sam Raimi che ha dato il via alla saga.

La Casa 2 (Evil Dead II, 1987)
Un sequel/remake che mescola horror e comicità grottesca.

L’Armata delle Tenebre (Army of Darkness, 1992)
Ash viaggia nel tempo fino al Medioevo per combattere un esercito di scheletri.

Ash vs Evil Dead (2015–2018)
Una serie TV sequel diretta continuazione della trilogia originale, con Bruce Campbell che riprende il ruolo di Ash William. La serie è andata in onda per tre stagioni, dal 2015 al 2018, sul canale americano Star.

Da un film girato con due spiccioli nel bosco a una saga immortale dell’horror moderno

La Casa – Il cult che nacque dal nulla

Cinque ragazzi, una baita isolata nei boschi, e una cassetta maledetta che recita le parole proibite del Necronomicon. È così che comincia La Casa (The Evil Dead, 1981), opera prima di un gruppo di giovani outsider con zero esperienza, pochissimi soldi, ma una fame di cinema da far tremare le colline del Tennessee dove fu girato.

Alla regia un allora sconosciuto Sam Raimi, che da appassionato di horror e slapstick confeziona un film che sembra uscito direttamente da un incubo collettivo: sporco, claustrofobico, viscerale. La Casa è un patchwork delirante di riferimenti: si respirano gli zombie romeriani, il terrore rurale di Non aprite quella porta, e – incredibilmente – l’assurdità fisica dei Tre marmittoni. Il tutto tenuto insieme da una regia senza regole, fatta di carrelli impossibili, inquadrature soggettive da brivido e suoni disturbanti che ti si infilano sotto pelle.

E poi c’è quella scena. Sì, proprio quella. La famigerata sequenza dell’albero – ancora oggi controversa – che costò al film l’ingresso nella famigerata lista dei “Video Nasties” in Inghilterra, negli anni ’80.

Certo, gli attori non sono da Oscar e gli effetti speciali fanno sorridere (oggi), ma c’è un’energia incontrollata, un’idea dietro ogni inquadratura, che fa di La Casa un vero e proprio battesimo del fuoco per l’horror moderno. È grezzo, sì, ma anche follemente creativo. E senza volerlo, Raimi e i suoi compari hanno scritto il primo capitolo di una delle saghe più amate del genere.

La Casa 2 – Quando il sequel è un remake geniale

Ritorna Ash. Il ragazzo col mento da eroe pulp, ancora una volta nella maledetta baita nei boschi. E ancora una volta, la lettura del Libro dei Morti scatena l’inferno. Ma La Casa 2 (Evil Dead II, 1987) non è un semplice seguito. È qualcosa di più: un’auto-remake, un delirio autoriale che prende la storia del primo film, la frulla con più budget e la serve con una spruzzata di humor nero da antologia.

Con un tocco da maestro, Sam Raimi sfugge alla trappola del “secondo capitolo deludente” e trasforma il film in un carnevale splatter dove la paura va a braccetto con la comicità più demenziale. Un equilibrio miracoloso che solo lui – e il suo fido Bruce Campbell – potevano raggiungere. Campbell, qui, si trasforma definitivamente in icona: esagerato, fisico, martoriato da una casa che lo possiede, lo colpisce, lo deride. E lui, a suon di motosega e battute taglienti, resiste.

La Casa 2 è una sinfonia del caos, un virtuosismo tecnico pieno di trovate visive che ancora oggi fanno scuola. Non è solo un horror: è un film che si prende gioco del genere, lo reinventa, lo trasforma in arte pop.

L’Armata delle Tenebre – Quando l’horror diventa (quasi) fantasy

Anno Domini 1992. Il viaggio di Ash Williams prende una piega ancora più assurda e spettacolare: dopo demoni, possessioni e motoseghe impugnate come spade, il nostro eroe viene catapultato nel Medioevo. È qui che nasce L’Armata delle Tenebre (Army of Darkness), terzo capitolo della saga ma anche film a sé stante, capace di mischiare horror, avventura, commedia e fantasy in un cocktail che gronda ironia da ogni fotogramma.

Dimenticate l’atmosfera gotica e l’assedio notturno della baita nel bosco: ora ci sono cavalieri, stregoni, eserciti di scheletri animati e un protagonista che sembra uscito da un fumetto pulp degli anni ’50. Ash non è più un ragazzo spaventato, ma un anti-eroe strafottente, armato di boomstick (il suo fucile a pompa) e battute memorabili (“Gimme some sugar, baby”).

Sam Raimi, con l’appoggio di una produzione più corposa (dietro c’è anche Universal), trasforma l’esperimento artigianale dei primi due film in una vera e propria epopea trash. Ma attenzione: dietro il tono sopra le righe si nasconde una regia precisa, stilizzata, che omaggia Ray Harryhausen e le avventure cinematografiche vecchio stile, da Jason e gli Argonauti a Il settimo viaggio di Sinbad.

Il Male Non Muore Mai – La Legacy Moderna

Se la trilogia originale ha scolpito Ash Williams nell’Olimpo dei personaggi cult, la sua leggenda non si è certo fermata ai titoli di coda de L’Armata delle Tenebre. Nel 2015, dopo anni di richieste da parte dei fan, Sam Raimi, Bruce Campbell e il produttore Rob Tapert sono tornati a brandire la motosega con Ash vs Evil Dead, una serie TV prodotta da Starz che riesce nell’impresa impossibile: riportare in vita lo spirito scatenato della saga originale. Sangue, humor, creature demoniache e un Campbell in stato di grazia tornano per tre stagioni che espandono il mito senza tradirne l’anima.

Nel frattempo, anche il cinema non ha lasciato in pace il Necronomicon. Nel 2013 arriva il remake/reboot di Evil Dead, firmato da Fede Álvarez: un’opera molto più cupa e realistica, che abbandona del tutto l’ironia per tornare all’horror puro, tra mutilazioni, possessioni e sangue versato a litri (si dice oltre 70mila litri di sangue finto usati sul set!). E nel 2023, con Evil Dead Rise, la saga cambia di nuovo pelle: ambientazione urbana, nuova generazione di personaggi, ma lo stesso spirito implacabile. Il Male, si sa, cambia volto, ma non smette mai di bussare.

Infine, impossibile non citare i videogiochi, che hanno mantenuto viva la saga negli anni tra film e serie: da Hail to the King alla più recente e apprezzata Evil Dead: The Game (2022), Ash e i Deadites hanno trovato una seconda vita nel mondo interattivo, regalando ai fan la possibilità di impugnare personalmente la motosega e il boomstick. Un’eredità multimediale che conferma una verità sacrosanta: Evil Dead non è solo un franchise, è una religione del genere horror. E Ash è il suo profeta sgangherato e inarrestabile.

Ash vs Evil Dead – L’Ultima Crociata del Boia Col Boomstick

Chi avrebbe mai pensato che Ash Williams, anti-eroe per eccellenza, sarebbe tornato trent’anni dopo con la stessa camicia blu, lo stesso mento iperbolico e lo stesso atteggiamento da spaccone impenitente? Eppure è successo. Nel 2015, Ash vs Evil Dead irrompe su Starz come un urlo nella notte, e in un colpo solo riporta in auge non solo un personaggio, ma un’intera filosofia dell’horror. Sangue, demoni, dialoghi sopra le righe e situazioni al limite del surreale: tutto è tornato, ma con la lucidità (e la libertà creativa) di chi ormai ha ben chiaro cosa vuole raccontare.

La serie riprende Ash trent’anni dopo gli eventi de L’Armata delle Tenebre: vive in roulotte, lavora in un supermercato, e – ovviamente – è un fallito colossale. Ma è anche un uomo segnato, con un passato che ritorna in forma di Deadite appena legge per sbaglio il Necronomicon mentre… seduce una donna sotto l’effetto di sostanze. Da lì in poi, parte una fuga a rotta di collo che lo vede affiancato da due nuovi comprimari: Pablo, fedele sidekick ispanico che lo idolatra, e Kelly, ragazza tosta con una vendetta da compiere. Nasce così il “Ghost Beaters Team”.

Quello che stupisce di Ash vs Evil Dead è la coerenza totale col materiale originale. Il tono resta esattamente quello dei film, soprattutto de La Casa 2 e L’Armata delle Tenebre: un mix esplosivo di horror estremo e slapstick grottesco. I mostri non sono in CGI, ma realizzati quasi sempre con effetti pratici: viscidi, tremolanti, sanguinari e, spesso, ridicolmente eccessivi. Gli episodi sono corti (30 minuti), ma densissimi: ogni puntata è un mini-film con il suo climax, la sua risata amara e la sua dose industriale di sangue.

La serie riesce anche a espandere il “lore” dell’universo Evil Dead senza snaturarlo. Apprendiamo di nuovi Ordini mistici, portali per altre dimensioni, antiche profezie e perfino la vera identità di Ruby, interpretata da Lucy Lawless (la mitica Xena), che si rivelerà una nemesi/alleata ambigua e potentissima. Nonostante le nuove introduzioni, però, il cuore della serie resta Ash: un personaggio tragicamente ridicolo, che combatte il male non perché è un eroe, ma perché è troppo testardo per arrendersi.

Dopo tre stagioni, la serie si conclude nel 2018 con un finale epico, beffardo e coraggioso che spinge Ash ancora oltre, verso un futuro post-apocalittico in stile Mad Max che purtroppo non vedremo mai (Starz cancellò la serie). Ma l’eredità è lì, intatta: Ash vs Evil Dead ha saputo chiudere il cerchio con intelligenza, rispetto e puro divertimento. E per i fan della prima ora, veder tornare Bruce Campbell nei panni di Ash – a colpi di battute, motosega e musica rock – è stato come ricevere una lettera d’amore dal passato… scritta con sangue e umorismo nero.