John HAMMOND

C’era una volta, nella seconda metà degli anni ’90, un tempo in cui le notti londinesi vibravano tra jungle, drum & bass e trip hop. E mentre Bristol si faceva portavoce di quest’ultimo con giganti come Massive Attack e Portishead, da Dover – sì, quella città col traghetto per Calais – nasceva un trio destinato a lasciare un’impronta profonda ma gentile nella scena: i Morcheeba.

Un nome curioso, un suono inconfondibile, uno stile rilassato ma intellettualmente sofisticato. Non erano solo un gruppo musicale: erano una vibrazione, un’atmosfera, un mood che trasformava l’elettronica in velluto e il soul in nebbia marina.

Le origini: il triangolo perfetto

Tutto comincia nel 1995 con i fratelli Paul e Ross Godfrey, appassionati di hip hop, funk e psichedelia anni ’60. Incontrano la cantante Skye Edwards, dotata di una voce che sembra fatta di seta e luce filtrata. Nasce così una chimica perfetta: Paul si occupa dei testi e del DJing, Ross della produzione e degli strumenti, Skye canta. È l’equilibrio ideale tra tecnologia e umanità, tra beat programmati e sensibilità soul.

Il loro debutto, “Who Can You Trust?” (1996), è un piccolo gioiello underground. Trip hop sì, ma con un tocco più caldo, quasi cinematografico. Niente atmosfere cupe à la Portishead: qui c’è groove, c’è sole dietro le nuvole.

Big Calm: il capolavoro che li ha consacrati

Nel 1998 esce “Big Calm”, e per molti è l’album che definisce il loro sound. Più accessibile, più maturo, più cool. È un mix di dub, funk, soul, folk psichedelico e chill-out, che sembra uscito da un futuro immaginato da un hippy con una drum machine.

Brani come “The Sea”, “Part of the Process” o “Let Me See” diventano piccoli classici delle compilation da viaggio, dei bar lounge, dei pomeriggi piovosi. Skye, con quella voce che non sbaglia mai una nota né una sfumatura, è la sirena di un oceano fatto di suoni liquidi.

Le influenze: dalla psichedelia al soul, passando per la radio AM

I Morcheeba sono figli della loro epoca, ma cresciuti in una casa con una collezione di vinili di ogni genere: Curtis Mayfield, Ennio Morricone, Neil Young, Public Enemy, Jimi Hendrix. E si sente.
Non a caso, Ross ha sempre detto di amare il “suono da radio AM degli anni ‘70”, quella qualità ovattata, quasi nostalgica, che fa sembrare ogni canzone un ricordo.

Questa sensibilità rétro si sposa perfettamente con le tecniche moderne di produzione. I Morcheeba non sono mai stati puri trip hop: sono sempre stati qualcosa di più fluido, più contaminato. E in questo risiedeva la loro forza.

Cadute, ritorni, trasformazioni

Come ogni band longeva, anche loro hanno avuto le loro burrasche. Skye lascia il gruppo nel 2003, poi rientra, poi se ne va di nuovo. I fratelli Godfrey a volte litigano (in modo molto british, si presume), ma la musica non smette mai.

Nel 2010, Skye e Ross tornano insieme in un nuovo progetto a due, e infine nel 2018 arriva l’album “Blaze Away”, a nome Morcheeba, che segna una nuova fase, più indipendente, più world music, ma sempre fedele al marchio di fabbrica: morbido, raffinato, soulful.

Nel 2021 pubblicano “Blackest Blue”, che segna un ritorno alla loro essenza con una maturità nuova: le chitarre sono più presenti, il groove più marcato, ma sempre con quella carezza che li rende immediatamente riconoscibili.

Morcheeba oggi: nostalgia e freschezza

Nel mondo dei revival, dove tutto torna ma spesso svuotato di anima, i Morcheeba sono uno dei pochi gruppi degli anni ’90 che ha saputo resistere senza snaturarsi, rimanendo fedeli alla propria estetica ma aprendosi al cambiamento.

La loro musica è perfetta per chi ama l’eleganza del passato, ma vuole un suono che respira nel presente. Sono la colonna sonora ideale per un tramonto in cuffia, un viaggio in treno, una serata a lume di candela con un bicchiere di rosso e il cuore altrove.

Parte del processo, parte della storia

In un’epoca in cui la musica sembra spesso gridare per attirare l’attenzione, i Morcheeba hanno sempre sussurrato. E in quel sussurro, chi ha orecchie per ascoltare, ha trovato mondi interi.

Sono la dimostrazione che la morbidezza è una forza. Che la malinconia può danzare. E che il futuro della musica, spesso, passa anche da chi sa guardare indietro con amore.

Who Can You Trust?

Uscita: 24 settembre 1996

Il debutto dei Morcheeba è un’immersione nel trip hop più puro, con atmosfere cupe e rilassate. La voce eterea di Skye Edwards si fonde con beat downtempo e chitarre psichedeliche, creando un’esperienza sonora ipnotica. Questo album ha stabilito le basi per il loro stile distintivo.

Playlist consigliata:

  • Trigger Hippie
  • Tape Loop
  • Never an Easy Way
  • Moog Island
  • Who Can You Trust?

Big Calm

Uscita: 16 marzo 1998

Con “Big Calm”, i Morcheeba ampliano il loro sound incorporando elementi di soul, funk e pop. L’album è più accessibile e melodico, con brani che sono diventati classici del genere. La produzione è più raffinata, e la voce di Skye brilla in ogni traccia.

Playlist consigliata:

  • The Sea
  • Part of the Process
  • Let Me See
  • Blindfold
  • Fear and Love

Fragments of Freedom

Uscita: 1 agosto 2000

Questo album segna una svolta verso sonorità più leggere e pop, con influenze reggae e R&B. È un disco più solare e ottimista, che mostra la versatilità della band nel sperimentare nuovi territori musicali.

Playlist consigliata:

  • Rome Wasn’t Built in a Day
  • Be Yourself
  • World Looking In
  • Love Sweet Love
  • Shallow End

Charango

Uscita: 16 luglio 2002

“Charango” è un album eclettico che mescola elettronica, hip hop e world music. Le collaborazioni con artisti come Kurt Wagner e Slick Rick aggiungono profondità e varietà, rendendo questo lavoro uno dei più ambiziosi della band.

Playlist consigliata:

  • Otherwise
  • Way Beyond
  • Women Lose Weight (feat. Slick Rick)
  • Undress Me Now
  • What New York Couples Fight About (feat. Kurt Wagner)

The Antidote

Uscita: 9 maggio 2005

Con l’uscita di Skye Edwards, la band introduce Daisy Martey come nuova voce. L’album esplora sonorità più acustiche e folk, segnando un distacco dal trip hop verso un pop più organico. Le reazioni sono state miste, ma il disco mostra il coraggio della band nel reinventarsi.

Playlist consigliata:

  • Wonders Never Cease
  • Lighten Up
  • Everybody Loves a Loser
  • Ten Men
  • Daylight Robbery

Dive Deep

Uscita: 28 gennaio 2008

“Dive Deep” è un progetto collaborativo con vari vocalisti, che restituisce un’atmosfera intima e sperimentale. Le tracce sono più minimali, con un focus su testi introspettivi e arrangiamenti delicati.

Playlist consigliata:

  • Enjoy the Ride (feat. Judie Tzuke)
  • Gained the World (feat. Manda)
  • Sleep on It Tonight (feat. Thomas Dybdahl)
  • The Ledge Beyond the Edge
  • Blue Chair

Blood Like Lemonade

Uscita: 7 giugno 2010

Il ritorno di Skye Edwards segna un ritorno alle origini, con un sound che combina il trip hop classico con nuove influenze. L’album è coeso e maturo, con testi che esplorano temi oscuri e riflessivi.

Playlist consigliata:

  • Even Though
  • Blood Like Lemonade
  • Crimson
  • Recipe for Disaster
  • Easier Said Than Done

Head Up High

Uscita: 14 ottobre 2013

“Head Up High” è un album energico e moderno, che incorpora elementi di elettronica e dance. Le collaborazioni con artisti come Chali 2na e Nature Boy Jim Kelly aggiungono una dimensione urbana e contemporanea.

Playlist consigliata:

  • Gimme Your Love
  • Make Believer
  • Face of Danger (feat. Chali 2na)
  • Call It Love
  • To Be

Blaze Away

Uscita: 1 giugno 2018

Con “Blaze Away”, i Morcheeba tornano con un sound rinnovato ma fedele alle loro radici. L’album è un mix di trip hop, soul e pop, con una produzione moderna e collaborazioni interessanti, come quella con Roots Manuva.

Playlist consigliata:

  • Never Undo
  • Blaze Away (feat. Roots Manuva)
  • It’s Summertime
  • Love Dub
  • Paris sur Mer (feat. Benjamin Biolay)

Blackest Blue

Uscita: 14 maggio 2021

“Blackest Blue” è un album maturo e riflessivo, che esplora temi di amore, perdita e resilienza. Il sound è ricco e atmosferico, con una produzione che bilancia elettronica e strumenti acustici.

Playlist consigliata:

  • Sounds of Blue
  • Oh Oh Yeah
  • The Moon
  • Falling Skies
  • Namaste