L’orrore prende casa al Bramford
New York, anni ’60. Terry Gionoffrio è una giovane ballerina promessa a un futuro brillante, ma un infortunio la costringe a fermarsi bruscamente.
Disperata e senza un posto dove andare, trova alloggio nell’elegante e inquietante Bramford Building, accolta dalla gentile – forse troppo – coppia Castevet. Da quel momento, per Terry, il confine tra realtà e incubo inizia ad assottigliarsi fino a svanire.
Terry Gionoffrio (Julia Garner)
La vera protagonista del film, Terry è un personaggio fragile e idealista, con la bellezza malinconica di chi ha perso troppo presto tutto ciò in cui credeva. Julia Garner – già celebre per “Ozark” – offre una performance magnetica, fatta di sguardi, silenzi e piccole ribellioni interiori. Il suo volto attraversa una parabola che parte dall’ingenuità e arriva al terrore puro, incarnando la “vittima sacrificale” perfetta nel grande rituale dell’horror.
Minnie Castevet (Dianne Wiest)
Minnie è la padrona di casa che, sotto un’apparente cortesia da nonna premurosa, nasconde intenzioni ben più oscure. Dianne Wiest (vincitrice di due Oscar) dona al personaggio una carica di ambiguità straordinaria, in bilico tra l’accogliente e il manipolatorio. Il suo sorriso, quasi sempre presente, finisce col diventare un ghigno disturbante.
Roman Castevet (Kevin McNally)
Complice inseparabile di Minnie, Roman è un uomo colto, affabile, e profondamente inquietante. Kevin McNally, noto per i “Pirati dei Caraibi”, qui si sveste della bonarietà piratesca per indossare i panni del patriarca occulto, affabile e sinistro in egual misura. Un’interpretazione in sordina, ma memorabile.
Elise (Rosy McEwen)
Personaggio secondario ma centrale nell’economia della tensione, Elise è la prima a suggerire che qualcosa non va. Rosy McEwen, rivelazione di Blue Jean, porta sullo schermo un’energia spigolosa e moderna, quasi a fare da specchio alla crescente inquietudine della protagonista.
Regia e Stile
Natalie Erika James, già apprezzata per Relic, si conferma una regista capace di costruire tensione con i dettagli. L’atmosfera claustrofobica, i corridoi silenziosi, le ombre sempre troppo lunghe: tutto contribuisce a ricreare la magia nera urbana di Rosemary’s Baby, senza mai cedere alla semplice imitazione.
L’inquadratura preferisce il dettaglio al grandangolo, il viso impaurito al mostro in bella vista. Il vero orrore, qui, non è ciò che si vede ma ciò che si intuisce.
Curiosità e Aneddoti
- Prequel segreto: Apartment 7A non è stato inizialmente promosso come prequel di Rosemary’s Baby, ma la connessione è diventata chiara alla première, dove la regista ha confermato i legami con l’universo creato da Roman Polanski nel 1968.
- Il Bramford è tornato: Le riprese non sono avvenute nel celebre Dakota Building (che nel film originale rappresentava il Bramford), ma gli interni sono stati ricreati in maniera maniacale grazie a fotografie d’epoca e schizzi di produzione originali.
- Il numero 7A: L’appartamento che dà il titolo al film non è mai mostrato nel film originale. È una “stanza fantasma”, che qui viene trasformata in un teatro del terrore simbolico: è il luogo dove inizia tutto… ma anche dove forse tutto finisce.
- Un casting mistico: Julia Garner ha raccontato in un’intervista che durante le riprese ha sognato ripetutamente una figura femminile vestita di nero che la osservava dal fondo del set. “Non ho mai avuto esperienze così”, ha detto. “Era come se qualcun altro stesse già raccontando questa storia prima di noi.”
Apartment 7A è più di un semplice horror: è un tributo elegante e malato a uno dei film più disturbanti della storia del cinema. Non è perfetto – alcuni passaggi narrativi sono prevedibili – ma è denso di atmosfera, recitato con classe, e visivamente curatissimo. Se amate il cinema d’autore che sa ancora inquietare con intelligenza, questo film merita una visita.
Anche se, una volta entrati nel 7A… potrebbe non esserci più via d’uscita.
Titolo originale: Apartment 7A
Regia: Natalie Erika James
Genere: Horror, Thriller Psicologico
Durata: 100 minuti
Anno: 2024
Distribuzione: Paramount Pictures / SkyShowtime
Sceneggiatura: Natalie Erika James, Christian White, Skylar James
Musiche: Isobel Waller-Bridge
Direttore della fotografia: Marta Salogni
Produzione: Platinum Dunes, Sunday Night Productions